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«Re Arturo» e il suo Castellaro: miracolo lungo 40 anni

L’86enne bresciano ha portato i mantovani ai vertici europei e ancora oggi è il factotum del club
Arturo Danieli, presidente del Castellaro, ha scritto la storia del tamburello - © www.giornaledibrescia.it
Arturo Danieli, presidente del Castellaro, ha scritto la storia del tamburello - © www.giornaledibrescia.it
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Due chilometri, solo due chilometri e quel tesoro sarebbe nostro. Ma è di origini bresciane chi l’ha costruito, si tratta di Arturo Danieli, presidente del Castellaro dal 1984 e ancora oggi, all’età di 86 anni, al vertice del club col quale nel tamburello ha vinto tutto. Ha preso la squadra in C e l’ha condotta ai vertici internazionali, ha riportato lo scudetto in paese a oltre 40 anni dalla conquista del primo e ne ha vinti altri tre, l’ultimo due stagioni fa, aggiungendovi altri 4 trofei in Coppa Europa.

Oltre confine

Con lui Castellaro Lagusello, primo centro del Mantovano che si incontra quando si esce dalla provincia di Brescia, è diventato un polo di interesse internazionale in questo sport e  fucina di campioni nel solco di una tradizione ricca due secoli. In un documento del 1840 si legge che il parroco si era lamentato perché i ragazzi giocando a tamburello disturbavano le funzioni religiose. La società è l’unica della disciplina ad essere stata premiata  dal Coni per avere svolto l’attività ininterrottamente dal 1946. Eppure  questo splendido borgo nel comune di Monzambano - fra i più visitati in Italia - è abitato da poco più di cinquecento persone. 

«E pensare che questo sport neppure lo conoscevo - ricorda Danieli - perché io vengo dal calcio e negli anni Sessanta ho anche sponsorizzato la Virescit di Bergamo. Una volta, per pura curiosità, andai in paese a vedere una partita di tamburello. Lo sport mi piacque, il club era alla ricerca di un presidente, mi proposero la carica e da allora non ho più smesso». Ancora oggi Danieli, i cui genitori erano  di Pozzolengo,  si occupa di ogni aspetto tecnico-logistico del club, dalla formazione della squadra all’organizzazione delle trasferte, assistito dalla fedele segretaria Lucilla Co’, originaria di San Zeno Naviglio. «Lavorare con lui  è un piacere perché trasmette entusiasmo a tutti. Tra l’altro ha ancora una memoria di ferro e si ricorda tutti i numeri telefonici, da quelli dei familiari a quelli dei giocatori».

Le origini

Ad una cena Danielli insieme allo storico presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni - © www.giornaledibrescia.it
Ad una cena Danielli insieme allo storico presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni - © www.giornaledibrescia.it

È forte il legame di Danieli con Brescia: quando era ragazzo studiava agli Artigianelli e aveva come compagno di classe il compianto Gino Corioni. Tra loro è nato un rapporto solido che ha resistito agli anni, spesso il presidentissimo delle rondinelle veniva alle presentazioni della squadra mantovana garantendo sostegno al club. Un altro che si faceva vedere spesso era Azeglio Vicini, ex ct della nazionale di calcio.

Nel tempo Danieli ha saputo costruirsi una solida rete di conoscenze e di amicizie con la credibilità di impegni  puntualmente onorati, spesso sanciti da una semplice stretta di mano. «Ma se per ottenere successi devo mandare in dissesto le casse societarie la cosa non mi sta bene. Basta poco per rovinare tutto con una dissennata politica di ingaggi che non diventano più sostenibili. Meglio valorizzare gli elementi di casa mantenendo comunque alto il livello della squadra per attirare sponsor».

Modalità

Li procura ancora lui, avvicinandoli con discrezione a questo sport. «L’approccio deve essere graduale, tanti non conoscono il tamburello. Col tempo ne apprezzano i valori. Qui alla fine si è tutti amici al di là delle rivalità». Poi capitano anche stagioni maledette come quella dell’anno scorso quando i principali obiettivi sono saltati per un’inezia: scudetto sfuggito per due soli punti e Coppa Europa sfumata all’ultimo atto contro i cugini di Solferino, colpa anche delle fatiche di una semifinale terminata nel cuore della notte. Il numero uno del Castellaro ha incassato con signorilità i colpi avversi  del destino ed è pronto anche quest’anno a lottare su tutti i fronti con l’entusiasmo di un ragazzino. Dicono a Castellaro Lagusello che non c’è futuro per il club senza di lui, perché nessuno sarà in grado di ripercorrerne le orme dopo quasi quarant’anni di oculata conduzione. E allora lunga vita a Arturo Danieli, decano dei presidenti sportivi italiani.

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