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Paralimpiadi, Simone Cannizzaro c’è: «Felice e sereno»

Mario Nicoliello
Il judoka aveva mancato il pass per Rio e Tokyo. L’outsider bresciano: «Non sono il favorito, ma sogno il podio»
Simone Cannizzaro - Foto tratta da Instragram
Simone Cannizzaro - Foto tratta da Instragram
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Tanto ha insistito, fino a raggiungere il traguardo. Simone Cannizzaro aveva provato a qualificarsi sia per Rio 2016 sia per Tokyo 2021, ma per un soffio si era dovuto arrendere in entrambi i casi. Il judoka non ha mollato e, al terzo tentativo, ha centrato l’obiettivo qualificandosi per Parigi nel torneo dei 90 chilogrammi. Classe 1997, il bresciano ipovedente della Badia ha calpestato il tatami fin da piccolo.

Gli esordi

«Ho cominciato al Judo Club Capelletti di Folzano e mi sono allenato con Fabio Capelletti fino al 202, quando ho deciso di lasciare i 73 chili e salire di categoria. Da quel momento sono passato alla Forza e Costanza. Qui, ora, mi segue Diego Cressi». Simone non è un professionista. Si divide part-time tra lavoro ordinario in azienda e sport. «Ho cominciato facendo il magazziniere, mentre adesso sono impiegato nell’ufficio delle risorse umane della Pulitori e Affini di Brescia. Lavoro dalle 7 alle 13, poi faccio pesi in palestra, pranzo e quindi combatto sul tatami. Le mie giornate sono impegnative». Il suo motto è mai mollare, anche quando tutto gira storto.

La svolta

«Nel 2016 sono arrivato a un passo dalla qualificazione, nel 2021 si è messo di traverso un infortunio e in più il lavoro non mi consentiva di allenarmi come desideravo». Parigi 2024 può segnare lo snodo della carriera, poiché un risultato di prestigio potrebbe aprirgli le porte per entrare in un gruppo militare. «Per ora non ci penso, sono focalizzato sulla mia gara e sto vivendo il sogno che si realizza in maniera tranquilla e serena. Andrò in Francia con l’obiettivo di salire sul podio, sebbene non sia il favorito della mia categoria».

L’outsider vuole stupire, nella stessa arena in cui, il primo agosto, Alice Bellandi si è messa al collo l’oro olimpico. «Alice è come se fosse una sorella per me. Ci siamo conosciuti da piccoli in palestra e avendo solo un anno di differenza abbiamo legato fin da subito. Quando viene a Brescia ci incontriamo spesso e il giorno in cui ha vinto ci siamo sentiti qualche ora dopo la sua finale».

Il suo oro ha profondamente ispirato Simone. «Oltre a essermi emozionato, mi sono caricato e ho capito che questa può essere la volta buona - racconta -. Inoltre, Alice è stata una delle prime persone che hanno saputo della mia qualificazione paralimpica».

Una volta avuto conferma del pass, Cannizzaro è volato in Spagna per svolgere un raduno internazionale. «Ho fatto due settimane in un training camp a Valencia, dove erano presenti atleti italiani e spagnoli. Lì ho sistemato le ultime cose. Penso di essere maturato e di poter fare una bella figura». Finora il suo risultato di maggior prestigio è stato un bronzo raccolto in una tappa del Grand Prix in Egitto («Un risultato significativo perché ho combattuto da infortunato la finalina dopo che in semifinale mi ero rotto il menisco»), mentre nella carriera giovanile di rilievo è stato il bronzo agli Europei multidisciplinari di Genova.

«In quell’occasione ho conosciuto Federico Bicelli e sono felice di poter condividere la trasferta a Parigi con lui». Simone gareggerà sabato 7: «Partirò lunedì e mi fermerò fino alla chiusura. A vedermi in tribuna ci saranno i miei genitori, mio fratello e la mia fidanzata, oltre che alcuni amici e i miei allenatori. Questa qualificazione è anche una vittoria per tutti coloro i quali sono stati sempre con me». Il messaggio finale è un invito a credere nelle proprie possibilità: «Fate quello che vi piace e ricercate la serenità. Quando ho cambiato palestra sia il precedente sia il nuovo tecnico mi hanno spronato a essere felice e sereno. L’ho fatto, e i risultati si sono visti». Nel judo come nel lavoro. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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