Altri sport

Paolini finalista a Wimbledon: «quattro ruote motrici» tra duro lavoro e grande crescita

Il bresciano Alberto Paris, ex professionista, racconta Jasmine. «Si muove bene in campo, il resto migliora a cascata»
Jasmine Paolini durante la finale a Wimbledon - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Jasmine Paolini durante la finale a Wimbledon - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

Jasmine Paolini, «una giocatrice quattro ruote motrici». Cinque anni fa vinceva gli Internazionali in Castello, a Brescia, sotto gli occhi di Alberto Paris, ex professionista (il migliore di sempre nella nostra terra), guru del tennis bresciano, oggi tecnico federale, fiduciario della Fitp nonché direttore del torneo che va in scena ogni anno in cima al Cidneo.

In Castello: da sinistra Alberto Paris, Jasmine Paolini e Anna Beltrami Capuzzi - Foto New Reporter © ww.giornaledibrescia.it
In Castello: da sinistra Alberto Paris, Jasmine Paolini e Anna Beltrami Capuzzi - Foto New Reporter © ww.giornaledibrescia.it

Oggi Paolini è la numero 5 al mondo, grazie alla finale - purtroppo persa in tre set, sabato, con la ceca Barbora Krejcikova - a Wimbledon. Il grandissimo risultato - una finale Slam è una finale Slam, ha un valore incalcolabile - fa il paio con l’ultimo atto raggiunto pure al Roland Garros lo scorso 8 giugno (ko in due set contro la polacca Iga Swiatek).

Una storia lunga

Paris la conosce da anni. Da ben prima di quel risultato bresciano ottenuto battendo in due set la lettone Diana Marcinkevica. «La vedevo spesso allenarsi a Tirrenia. Conosco molto bene il suo coach Renzo Furlan - racconta Paris -. Con lui ha svolto un lavoro tecnico incredibile. È migliorata in tutto, e questo le dà una grandissima "confidence"». Nel tennis, d’altra parte, il cervello fa tutto. Quando migliorano i tuoi colpi aumenta pure il senso di fiducia con cui scendi in campo e affronti le partite. È un circolo virtuoso, e i risultati arrivano. Anche se non sei una ragazzina, ma hai 28 anni.

Analisi tecnica

«A livello fisico - prosegue Paris -, non è il prototipo della giocatrice moderna. Non è una donna alta che tira mazzate. Ma, appunto, può trarre vantaggio dalla grandissima corsa, cui si sono aggiunti i già citati miglioramenti in ogni fondamentale: il servizio, la solidità da fondo campo, il gioca al volo. In questo senso, sono stati molto utili i doppi disputati con Sara Errani. In generale, quando riesce ad anticipare la palla, diventa davvero pericolosa».

Nel motore di Jasmine c’è poi Danilo Pizzorno, «coach esperto in videoanalisi dei giocatori», sottolinea Paris. Che poi cita una massima di Jimmy Connors, «dio della racchetta» statunitense, tra i più grandi tennisti degli Anni 70 e 80: «Se migliora il tuo gioco di gambe e se migliora il tuo modo di muoverti in campo, automaticamente ogni colpo ne trarrà giovamento». È proprio quello che è accaduto a Paolini. Che adesso può realmente sperare di giocare un’altra finale Slam, e di vincerla.

Gerarchie

«A differenza del tennis maschile, quello femminile, al momento, non ha uno zoccolo duro di star - sottolinea Paris -. Swiatek è la numero uno al mondo e probabilmente è l’atleta che gioca meglio, ma tra lei e le concorrenti non c’è un abisso. Nell’universo Wta c’è più equilibrio. Jasmine può davvero vincere uno dei maggiori tornei planetari», afferma il cinquantanovenne bresciano.

Sinner è il numero 1 del ranking Atp. Dovesse reggere, sarebbe un sogno realizzare una doppietta sul tetto del mondo... «Jannik ha tutte le caratteristiche per rimanere lassù - ragiona Paris -. Chissà, magari Paolini potrebbe raggiungerlo nella classifica femminile».

Ricordi

Il pensiero torna al 9 giugno 2019. Alla finale degli Internazionali Femminili di Brescia, edizione numero 12. A quella vittoria 6-2 6-1 e a tutto il cammino sulla terra rossa del Cidneo. «Giocò molto bene e non mollò mai - ricorda Paris -. Fuori dal campo la ricordo solare e sorridente. Fu disponibilissima anche con noi, si prestò a fotografie e offrì sostegno alle attività benefiche che sono parte integrante della nostra organizzazione».

Perché è tutto un circolo virtuoso: le gambe, i colpi, la fiducia, la serenità dentro e fuori dal campo. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.