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Pallina che suona e racchette speciali, il blind tennis arriva a Brescia

La pratica sportiva, nata in Giappone, si rivolge a persone non vedenti o ipovedenti ed è stata presentata a Gussago
Il gruppo dei partecipanti alla dimostrazione - Foto tratta dalla pagina Facebook Unione Italiana dei Ciechi ed Ipovedenti Ets Sezione di Brescia
Il gruppo dei partecipanti alla dimostrazione - Foto tratta dalla pagina Facebook Unione Italiana dei Ciechi ed Ipovedenti Ets Sezione di Brescia
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Percepire la direzione della pallina ascoltando il suo «tintinnio» al momento del rimbalzo e quindi calcolare all’istante distanza e traiettoria prima di eseguire il colpo. Il blind tennis - la recente pratica sportiva rivolta a persone non vedenti o ipovedenti - si è presentato lo scorso fine settimana alla provincia bresciana attraverso l’evento dimostrativo a cura dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Brescia, con la collaborazione di Real Eyes e il Tennis Club Franciacorta ed il patrocinio del comune di Gussago, tenutosi al centro il centro sportivo di via Brescia numero 46.

Il blind tennis è nato in Giappone negli anni ’80. Nel 2021 fa il suo esordio ai giochi Paralimpici di Tokyo. In Italia, invece, risale al 29 marzo del 2019 il riconoscimento di questo sport da parte della Fispic - Federazione Italiana Sport Ipovedenti e Ciechi - quale sport federale ed entra così a far parte, in questo modo, del Comitato Italiano Paralimpico. «Era da quattro anni che volevamo portare questo sport a Brescia - ha spiegato Davide Foglio referente delle attività sportive dell’unione ciechi di Brescia -, ma a causa della pandemia abbiamo dovuto attendere. Grazie all’associazione Real Eyes abbiamo organizzato questo appuntamento che ha portato a Rodengo due tecnici federali al fine di illustrare il gioco».

Giovani giocatori in campo - © www.giornaledibrescia.it
Giovani giocatori in campo - © www.giornaledibrescia.it

Una lezione teorica, seguita dalla prova pratica - alla presenza di otto soci dell’Unione Italiana Ciechi Brescia, e due esponenti del comitato Veneto, per un totale di dieci persone con disabilità visiva tra ipovedenti e non vedenti - ha animato la mattinata dedicata all’introduzione del blind tennis. «È stato possibile imparare le regole del gioco e capire il modo in cui ci si sposta sul campo - ha sottolineato Davide Foglio -. In base al tipo disabilità sono previste tre diverse dimensioni di campo, denominate v1 v2 e v3. Viene utilizzata una pallina in gommapiuma sonora, all’interno della quale è posizionato un sonaglio che al rimbalzo a terra emana un suono che permette alla persona non vedente di percepire la sfera. Le racchette hanno una dimensione che dipende dalla tipologia di atleta. Con la distinzione, sempre, tra giocatore ipovedente e non vedente. Abbiamo potuto toccare per la prima volta con mano la realtà del blind tennis che va a sensibilizzare l’udito, perché alla fine è proprio quello che permette al non vedente di capire la direzione della pallina per poi coordinare l’impatto».

Ora l’augurio degli organizzatori e dei partecipanti è che possa scaturire un vero movimento da poter sviluppare anche a Brescia. «Speriamo che in futuro ci sia qualcuno che voglia tentare una carriera da atleta a livello agonistico. Ringraziamo il comune, Oscar e Rosa che hanno messo a disposizione il campo. Una bellissima mattinata che speriamo di poter replicare».

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