Gitto, via la calottina e fuori dalla piscina: allenerà l’U18 dell’An
La voce girava già da un po’, ma l’annuncio ufficiale l’ha fatto lui, sulla sua pagina Instagram. Parole di congedo, emozionanti, ma dalle quali non trapela tristezza: Niccolò Gitto, difensore dell’An Brescia, e per anni pedina fondamentale della Nazionale, ha deciso di chiudere la sua carriera da giocatore. Classe 1986, Gitto – come anticipato già su queste colonne – l’anno prossimo non sarà più in acqua.
Sensazioni
«Non è stata una decisione pensata né ponderata a lungo – dice –, ma molto istintiva. Ovviamente ho ragionato con la società, ci siamo confrontati con coach Bovo e con il presidente Malchiodi. Devo dire che mi è piaciuta l’idea che mi hanno proposto e ho preso questa decisione. La pallanuoto ha fatto parte della mia vita per anni e continuerà ad essere il mio lavoro».
Per lui, infatti, sembra essere pronta la panchina dell’under 18 dell’An Brescia: «Allenare una squadra che potrà essere fucina di talenti da consegnare alla prima squadra per me è molto importante, mi stimola: è una grande palestra che potrò utilizzare per migliorarmi, conoscere i miei limiti e superarli. Lavorare con i ragazzi è per me sarà davvero bello».
Carriera
Nel frattempo, però, bisogna fare i conti con il passato, con una carriera di altissimo livello spesa fra Pro Recco e Brescia: «La maggior parte è suddivisa fra queste due squadre che in comune hanno sempre avuto la determinazione di lottare per vincere – spiega il giocatore – . A Brescia ho fatto 7 anni divisi in due parti: i primi 2 ero un ragazzo che doveva conoscere ancora l’alto livello, gli ultimi 5 sono ritornato in città con un bagaglio di esperienza più grande, da poter mettere a disposizione della società e dei miei compagni».

E sono stati anni, gli ultimi, di traguardi importantissimi per la società bresciana: «Credo siano nell’ultimo ventennio i più vincenti della storia dell’An: uno scudetto e una Coppa Italia, due vittorie strabilianti, inaspettate, soprattutto la Coppa raggiunta con una squadra di giovani. Senza dimenticare i piazzamenti importanti anche in Europa».
Malinconia e vicinanza
Le parole, sembra quasi strano, non tradiscono dispiacere: «Non so dire cosa mi mancherà di più della vita da giocatore perché ora sono in vacanza e mi sembra tutto ancora normale. A settembre quando non mi allenerò più tutte le mattine e tutte le sere, vedrò come starò. Per ora la sto vivendo molto bene». E la squadra? «I compagni mi hanno chiamato o scritto tutti – confessa Gitto – , ma li ho rassicurati sul fatto che non si libereranno facilmente di me. Li seguirò da vicino, cercherò di far parte del gruppo della prima squadra seguendo coach Bovo a bordo vasca per apprendere e rubare dalla sua esperienza. I ragazzi sanno che devono dare il meglio, impegnarsi per dimostrare il massimo: giocano nell’An, una società che non molla mai».
Cambia l’organizzazione della vita, ma cambiano anche gli obiettivi: «Nell’arco della mia carriera – conclude il romano – non mi sono mai prefissato obiettivi se non quello di dare sempre il massimo. Questa per me è una grande opportunità: allenare una squadra tutta mia e imparare qualcosa di nuovo. Ormai sono bresciano, la mia famiglia è qui e qui volevo rimanere».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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