Mille Miglia, il legame tra Tazio Nuvolari, Brescia e d’Annunzio

Tra i tanti nomi che risuonano nella storia della Freccia Rossa, quello di Tazio Nuvolari è sicuramente uno dei più importanti. Impossibile non parlare del «Mantovano Volante» quando si parla della Mille Miglia. Partendo da questa gara si è instaurato un legame tra il pilota e la città di Brescia, luogo in cui sono iniziate e terminate alcune delle sue avventure più celebri. Nato a Castel d’Ario nel 1892, Nuvolari era già un nome noto nel motociclismo quando iniziò a gareggiare sulle quattro ruote ma fu grazie alla Mille Miglia che la sua popolarità raggiunse l’apice.
Il legame
Brescia, punto di partenza e d’arrivo della «gara più bella del mondo» sin dal 1927, ha visto il Mantovano Volante trionfare nell’edizione del 1930 probabilmente con la sua impresa più famosa: in coppia con Battista Guidotti su un’Alfa Romeo 6C 1750, superò Achille Varzi di notte, a fari spenti, per poi tagliare il traguardo da vincitore.
Un gesto tanto audace quanto teatrale, che contribuì a costruire il mito del pilota. Nuvolari trionfò anche tre anni dopo, nel 1933, sempre alla guida di una Alfa Romeo, in questo caso però il modello era una 8C 2300 Monza e ad accompagnarlo durante la competizione non c’era più Guidotti, ma Decimo Compagnoni.
Amicizia
Tazio Nuvolari non era legato solo a Brescia, ma anche alla sua provincia e ad un personaggio che abitò per diversi anni sul lago di Garda: Gabriele d’Annunzio. Il Vate, grande appassionato di motori e velocità, incontrò il Mantovano Volante e gli regalò una tartaruga d’oro con una dedica passata alla storia: «All’uomo più veloce, l’animale più lento». Tra i due nacque un’amicizia che durò tutta la vita.
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