L’intensa passione per i cavalli di Andrea Pili fatta di dolcezza e ragionamenti

Tutte le volte che Andrea Pili, 19 anni, si avvicina a Darwina, il pony grazie al quale è salito ai vertici mondiali, lo fa con la delicatezza con cui si tocca il velluto. Il contatto è gentile, la carezza arriva sino agli occhi, istintivamente il giovanissimo cavallerizzo scaccia le mosche dalla visuale dell’animale, spruzza sul suo corpo lo spray insetticida come se spargesse gocce di rugiada.
Un rapporto che spiega molto dei successi di questa rivelazione dell’equitazione italiana che ha già partecipato tre volte ai campionati del mondo di attacchi e che nell’ultima edizione, svoltasi nel mese scorso a Oirschot, in Olanda, oltre al sesto posto assoluto ha ottenuto l’oro nella gimcana in mezzo ai coni.
Nello sport praticato da Andrea, che si disputa in carrozza, sono altre due le prove da affrontare, quella del dressage (in cui si è giudicati in base a figure eseguite a differenti andature) e quella della maratona, percorsi da eseguire nel minor tempo possibile durante i quali va evitata una serie di ostacoli. Tutte sfide che richiedono una grande duttilità tecnica del cavallo e una perfetta intesa con chi lo conduce. Andrea l’ha perfezionata con Darwina sin da quando ha cominciato, giovanissimo, a fare gare, spinto dalla passione del nonno Costanzo Tameni.
«Avevo appena otto anni - ricorda il giovane - quando mi fece provare per la prima volta. Da allora non ha più smesso di seguirmi, in Italia e all’estero, ed è il mio primo tifoso».
Fusione

Appena Andrea arriva nel maneggio di famiglia a Nave, suo paese di origine, provvede personalmente a spazzolare e a lavare Darwina. Quando la prepara per gli allenamenti, compie ogni gesto con cura e lentezza, per abituarla gradualmente all’impegno. I finimenti, il pettorale, le protezioni per i parastinchi scorrono con dolcezza lungo i fianchi e le zampe della cavallina che poi in corsa viene appena sfiorata dal frustino, utilizzato solo per indicarle la direzione da seguire.
«Io ho tutto da imparare da Darwina - spiega Pili - e solo se può esprimersi in serenità e nelle migliori condizioni di spirito può aiutarmi a raggiungere risultati. Con i cavalli bisogna ragionare».
Usa proprio questo verbo, spesso così estraneo al litigioso mondo degli adulti. Ma la visione di Andrea non è solo quella incantata di un ragazzo, perché con lo sport negli anni ha sviluppato la maturità e l’esperienza che lo hanno sempre spinto a scelte lungimiranti. «Sin dall’inizio ho capito che per migliorare avrei dovuto confrontarmi con quelli più bravi di me - spiega -: così, grazie all’aiuto della mia famiglia, sono andato a cercarmi avversari forti all’estero».
Per Pili ogni occasione è buona per arricchire il suo bagaglio di conoscenze, fuori e dentro il campo di gara e lo dimostra la velocità con cui è cresciuto a livello internazionale. Nel 2019 ha partecipato al primo Mondiale in Ungheria, dopo essere giunto secondo l’anno prima nella maratona dell’europeo. Entrato stabilmente nel giro della Nazionale, Pili si è meritato un’altra convocazione alla rassegna iridata 2021, l’unica disputata senza Darwina. «Si era rotta l’ossicino di una zampa - ricorda - l’operazione è perfettamente riuscita ed è presto tornata alle gare».
Verrà però il momento in cui il binomio dovrà scindersi. «Ci penso spesso - ammette - un giorno sarò chiamato a scelte professionali più impegnative ed a malincuore dovrò separarmi da lei. La affideremo a chi saprà accoglierla con lo stesso amore da cui è stata circondata nella mia famiglia».
Chissà come la prenderà Darwina. «I cavalli apprendono molto velocemente tecniche di comportamento molto complesse - spiega Pili -. Al tempo stesso sono molto sensibili ed assorbono le tensioni e le emozioni di chi li guida, così si crea un rapporto speciale. Sono certo che non mi dimenticherà facilmente, intanto abbiamo ancora un po’ di strada da percorrere assieme. Sono certo mi darà altre soddisfazioni, la mentalità vincente ce l’ha anche lei - sorride - lo vedo da come si comporta in gara. Non vuol stare dietro a nessuno».
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