La scalata irresistibile dei bresciani del tennistavolo

Dai, prendiamo uno forte da fuori, così vinciamo il campionato. Non sempre succede così ed è quanto dimostra la storia del Marco Polo che in estate si era affidato al modenese Marco Sinigaglia, ex numero 9 del tennistavolo italiano. Quando poi a metà campionato ci si è accorti che il nuovo arrivato non faceva la differenza, il club cittadino ne ha fatto a meno, eppure ha vinto le prime sei gare del girone di ritorno e alla fine è arrivato in A2 con atleti tutti di casa come era avvenuto in occasione delle precedenti promozioni.
Una scalata irresistibile, cominciata in D1 nel 2011-12 quando le partite si disputavano in piccole palestre di provincia come quella di Sermide (Mantova) con i giocatori che si arbitravano da soli, proseguita con le promozione in C1 nel 2012-13 e in B2 del 2013-2014, fino all’ammissione in B1 nel 2018-19 e culminata il mese scorso con la decisiva vittoria di Vicenza a due giornate dalla fine del campionato, conl pubblico a scandire a suon di applausi le ultime fasi del match.
I protagonisti
Chi c’è sempre stato è Filippo Marchese, 26 anni - il solo reduce della formazione iniziale - la cui passione per lo sport è cresciuta assieme a quella per la psicologia, fino a unirle assieme. Ora è diventato il mental coach dell’Accademia federale di Milano. «Nessuno sport è fortemente legato come il nostro alla gestione delle emozioni - spiega - e lo dimostra anche la storia del Marco Polo. Nel primo campionato di B1 abbiamo perso ben tre partite 5-4 facendoci rimontare da 4-1. Col tempo siamo cresciuti molto su questo aspetto, tanto è vero che nel torneo appena vinto abbiamo vinto tutte e 4 le gare finite al match di spareggio».
Sul suo esempio è cresciuto l’ultimo arrivato Stefano Moras, 20 anni, che studia Psicologia ed è stato la rivelazione della stagione. Dopo l’esordio in B1 nel 2021-22 accompagnato da 6 successi, quest’anno è stato più volte determinante, nonostante la giovane età. «Mi è capitato più volte di dover giocare l’incontro decisivo della giornata - spiega - e il fatto che mi venisse affidato un ruolo così delicato è stata per me una grande dimostrazione di fiducia. I compagni mi hanno aiutato molto, dopo un errore non ho mai sentito critiche ma solo suggerimenti per non ripeterli. Così mi sono espresso in serenità ed è aumentata l’autostima».
Punto di forza da sempre della squadra, quest’anno si è letteralmente superato Abderrhamane Chokry, 35 anni, in Italia dal 2000 dopo una breve esperienza nella nazionale giovanile del Marocco: un combattente nato, capace di giocare anche da infortunato. È al Marco Polo dal 2012, quest’anno ha vinto ben 26 partite su 34, sorretto dal suo carattere generoso. «Ora che lavoro a Castiglione delle Stiviere - spiega - molto mi ha aiutato la possibilità di allenarmi almeno due volte alla settimana con la squadra del Castelgoffredo che da anni gioca in A2. La soddisfazione più grande? Sapere che le partite erano seguite sul web da tanti giocatori di altre città conquistati dal nostro entusiasmo».
Valore aggiunto

La ciliegina sulla torta ce l’ha poi messa Davide Rossini, 34 anni, nel club dal 2013, che in estate aveva pensato di aver chiuso la sua carriera agonistica quando è passato alla conduzione tecnica del team. Poi c’è stato bisogno ed è tornato in campo sfoderando i lampi mai spenti della sua classe, già emersa da ragazzino nelle nazionali giovanili. «Attorno ai 19 anni ho compreso che i sacrifici per l’attività di alto vertice non facevano per me. Non ho rimpianti, preferisco la dimensione del Marco Polo dove siamo tutti amici e ci frequentiamo anche fuori dal campo». Tanto è vero che, esauriti gli ultimi impegni, i giocatori hanno programmato una vacanza assieme. «Ci stiamo già muovendo in vista del prossimo torneo - promette il vice presidente Giovanni Marchese -: nessuno andrà via, i giocatori che hanno conquistato la A2 meritano di giocarla».
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