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La CB 650 F è l’erede (non dichiarata) della Hornet

Compatta, grintosa ma senza troppi fronzoli, la nuova quattro cilindri in linea giapponese si distingue per la facilità d’uso
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La sigla 'CB' in casa Honda è sinonimo di tradizione e, al tempo stesso, di evoluzione: la storia riporta alla fine degli anni Sessanta quando la grande casa giapponese presentò la mitica CB 750 Four, prima maximoto moderna con motore 4 cilindri in linea. Negli anni questo schema si è migliorato, non solo in casa Honda, (raffreddamento a liquido, doppio albero a cammes in testa, quattro valvole per cilindro) e i quattro grandi costruttori del Sol Levante sono sempre stati legati al quattro in linea; ora Honda con la nuova CB 650 F si rimette in gioco con una moto molto moderna ma al tempo stesso classica in alcune scelte tecnologiche. Honda con la nuova sei e mezzo pensiona di fatto, anche se non è dichiarato ufficialmente, la perfetta e diffusissima Hornet 600, sempre a 4 cilindri in linea; ma a parte il medesimo schema motoristico adottato la nuova sei e mezzo giapponese è davvero qualcosa di diverso. In questo caso ci si trova davanti a un aspetto estetico decisamente più attuale (duro, efficace e con pochi fronzoli); buona la tecnologia globale adottata, sempre più attenta a dare pastosità d'uso a tutti i regimi, consumi più contenuti e manutenzioni ridotte mentre piacevoli ed essenziali sono le finiture che in alcuni casi possono sembrare anche povere (il tentativo di ridurre i costi di produzione anche in questo caso è evidente).

La produzione della nuova CB 650 F è del più recente filone Honda (500 e 700/750 a due cilindri del 2012 e 2013) che esce dagli evoluti stabilimenti thailandesi del colosso motociclistico giapponese.

Il motore è nuovo (e non solo nella misura della corsa, diversa per la maggior cilindrata) e quando Honda nelle sue quadricilindriche in linea ripropone lo scarico 'quattro in uno' con i collettori posti sullo stesso lato, tutti ricordano - con piacere - la prima 400 Four del 1975 che rispose con questo tipo di scarico alla opulenza e alla bellezza delle quattro marmitte che facevano bella mostra sulle 750, 500 e 350 della stessa Honda e sulla mitica Kawasaki 900 Z1: oggi, come allora, i quattro collettori che si riuniscono in un'unica marmitta sono piacevoli, danno un senso di grinta e sportività, alleggeriscono masse e pesi, abbassando il baricentro. Il quattro cilindri della CB 650 F gioca le sue carte migliori sul piano della coppia a disposizione (più facilità di guida anche per il neofita): questo motore è meno potente di quello delle Hornet 600 più recenti e poco più potente dalla poco compresa (ma ottima) CBF 600.

Il risultato ottenuto è stato quello di avere un lieve aumento di cilindrata (anche per le normative europee sulle patenti moto) ma soprattutto una dolcezza ai regimi più bassi mentre in alto il quattro in linea risponde, come sempre, con prontezza e grinta. Il propulsore di questa Honda 650 vanta doppio albero a cammes in testa, quattro valvole per cilindro, iniezione elettronica e cambio a sei marce: cose comuni nella produzione giapponese, ma oggi caratteristiche che danno decisi plus grazie alle nuove regolazioni elettroniche.

Nel reparto freni la terna di dischi è abbinata all'Abs (di serie a un prezzo complessivo di 7.300 euro) anche se non c'è più la frenata combinata, ottimo sussidio che Honda in passato aveva adottato su tanti suoi modelli; i freni a disco anteriori - con profilo a margherita - hanno un diametro di 320 millimetri, mentre sulla ruota posteriore l'unità a disco è da 240.

Tradizionale il reparto sospensioni con la forcella che ha steli da 41 millimetri di diametro (senza alcuna regolazione) mentre il mono posteriore è regolabile nel precarico; la massa inferiore ai 210 chilogrammi e la sella posta a 81 centimetri dal suolo danno l'idea di una moto facilmente approcciabile e in questo anche la dolcezza del motore sarà di grande aiuto.

Honda con questa CB 650 F strizza l'occhio al mototurista (ricca è la serie di accessori di questo capitolo) ma anche il lato racing non viene dimenticato con un listino di optional che spazia da alcuni particolari in carbonio alla sella monoposto: insomma una media a quattro cilindri che si presta ai mille usi ma che, in queste nuove stagioni commerciali, troverà concorrenti a due e tre cilindri davvero convincenti e - sui listini ufficiali - leggermente più economiche.

Luca Scarpat

PREGI

Linea semplice ma piacevole.

Finitura curata, senza inutili fronzoli.

Dolcezza di funzionamento del quattro in linea

DIFETTI

Il prezzo di listino non è tra i più contenuti.

La sella del passeggero non è proprio regale.

LISTINO

Circa 7.300 euro (versione con Abs)

ACCESSORI

Bauletto posteriore.

Manopole riscaldabili.

Sella monoposto

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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