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Il 16enne Mattia De Cristofaro sulle orme di zio Cassarà: bronzo agli Europei

Nella gara dei Cadetti il ragazzo che è allenato dal campione olimpico ha saputo stupire tutti
Mattia De Cristofaro - © www.giornaledibrescia.it
Mattia De Cristofaro - © www.giornaledibrescia.it
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Dallo zio al nipote. La famiglia Cassarà continua a mietere successi internazionali nella scherma, ma stavolta a mettersi al collo una medaglia europea nel fioretto individuale non è Andrea, bensì Mattia De Cristofaro, figlio di Valentina, la sorella maggiore dell’olimpionico.

Colpo grosso

Il sedicenne di Adro si è accomodato sul gradino più basso del podio nella rassegna continentale riservata ai Cadetti, ossia Under 17, in corso a Tallinn. Il fiorettista tesserato per il club cittadino Schermabrescia ha compiuto il suo capolavoro mercoledì e oggi tornerà in pedana nella prova a squadre. Il torneo di fioretto individuale di De Cristofaro era cominciato con un girone fatto di quattro vittorie e due sconfitte. Nel tabellone dei 64 era arrivata la vittoria per 15-8 sullo slovacco Lancaric, quindi nei trentaduesimi il 15-9 sul turco Kirtay. Agli ottavi, De Cristofaro si è imposto col netto punteggio di 15-7 sul britannico Archer, mentre ai quarti, nel match decisivo per le medaglie, ha battuto 15-12 l’altro britannico Sosnov. In semifinale è arrivata la sconfitta per 15-8 contro l’israeliano Lemberger, che ha poi perso la finale con l’ungherese Rubin.

Scherzi della tensione

«Soffro molto la tensione, infatti nel girone ho perso due assalti – racconta il giovane schermidore bresciano -. Ho capito che ce l’avrei potuta fare proprio nel momento in cui ho messo l’ultima stoccata. Negli ottavi è stato difficile, sono andato in vantaggio, mi sono fatto rimontare e poi sono riuscito a chiuderlo. Avrei potuto andare più avanti ma ho avuto un problema che mi ha impedito di tirare al meglio». Un piccolo infortunio che non dovrebbe impedirgli di essere presente oggi nel torneo per nazioni.

Cuore

«Dedico la medaglia ai miei genitori, che mi hanno seguito da casa e sicuramente hanno sofferto e gioito con me, al mio maestro Andrea, che è anche mio zio, ed è venuto fino a qui a vedermi, al mio preparatore atletico, a tutti i ragazzi che quotidianamente mi permettono di allenarmi, e ai compagni di squadra che anche se hanno perso sono rimasti a fare il tifo per me».

Gioia da allenatore

Paradossalmente lo zio è più emozionato del nipote. «È la mia prima medaglia internazionale da allenatore, quindi in realtà ho vissuto una gioia particolare, diversa da quella che sperimentavo quando ero io in gara», racconta Cassarà, che da buon tecnico guarda al prossimo impegno con cautela: «Siamo fiduciosi per la gara a squadre, ma teniamo i piedi per terra perché stiamo parlando di ragazzi alle prime armi». Classe 2006, alunno della scuola Madonna della Neve di Adro, De Cristofaro non era ancora nato quando Cassarà acciuffò un oro e un bronzo olimpici ad Atene...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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