Febbrari, il mezzofondista bresciano con le scarpe da ginnastica

Alle porte del Paradiso si può bussare anche due volte, come dimostra la storia di Alfredo Febbrari, 67 anni, uno dei più grandi mezzofondisti bresciani di sempre, il primo ad abbattere il muro dei 30 minuti nei 10mila metri. Vi riuscì nel 1976 col tempo di 29’58’’2 , nel pieno di una carriera che - tra i 17 e i 21 anni - l’aveva consacrato come miglior italiano della sua età. Il primato resisteva da 17 anni, lo deteneva il mitico Franco Volpi che nel 1959 con quel 30’05’’08 aveva ottenuto anche il record italiano. Combattendo contro i dolori al tendine sinistro che non gli hanno mai dato tregua, Febbrari si migliorò ancora il 27 maggio 1978 all’Arena di Milano dove si ritrovarono i migliori specialisti della Lombardia.
Allora non si era informati in tempo reale su quanto avveniva nello sport e nel mondo, si viveva di fotocopie e di ciclostili per conservare i calendari rigorosamente battuti a macchina dal comitato regionale. Eppure, in quella indimenticabile serata, non mancava nessuno, ognuno alla ricerca di un personale obiettivo da raggiungere. Alla fine non ci furono coppe o medaglie per i migliori, Alfredo però tornò a casa col nuovo primato bresciano (29’52’’8), festeggiato in città e provincia come fosse un successo di tutti. Letti oggi, oltre quarant’anni dopo, certi numeri potrebbero far sorridere, considerato che da tempo a Brescia c’è chi i 10mila li ha corsi anche sotto i 29’ (e il record di Ezio Domenighini ora è di 28’49’’). Ma negli Anni Settanta il muro dei 30 minuti appariva come una barriera psicologica insormontabile. Ecco perché la gioia di Alfredo - tornato ad abbatterla per la seconda volta - fu anche quella dei veri appassionati di atletica. Nessuno, allora, lo sapeva. Quell’exploit rappresentò anche il canto del cigno di un formidabile atleta che a fine stagione, a soli 24 anni, abbandonò l’agonismo.


«Si correva ancora con le scarpe da ginnastica - ricorda -. Quelle che oggi uno non mette neppure in palestra. Quando svolgevo allenamenti bi-giornalieri, tra l’una e l’altra seduta immergevo il piede sinistro nel ghiaccio per alleviare il dolore». Alfredo, diventato affermato allenatore dopo una vita dedicata all’insegnamento anche universitario, ha conservato il rigore e la misura di un tempo, consapevole che ogni risultato vada raggiunto con umiltà e senza fretta. Valori che cerca di trasmettere ai suoi allievi. «Non è vero che i giovani di oggi ignorino questi concetti. Lo sa chiunque si avvicini all’atletica leggera. Continua a praticarla solo chi ne è davvero consapevole».
Ma qualche rimpianto a Febbrari rimane. «Ero nel giro della Nazionale, con concrete possibilità di partecipare all’Olimpiade del 1976. Dovetti però fermarmi nei due anni precedenti a causa dei miei infortuni, e persi il treno». Nella sfortuna, aver abbandonato così presto gli ha consentito di allenare già da giovane, alla scuola dei grandi tecnici della Fiat Om, raccolti attorno al professore Ugo Ranzetti - l’uomo che ha portato Gabriella Dorio all’oro olimpico del 1984 nei 1.500 -, che seguì anche Febbrari dopo gli esordi con il suo insegnante di educazione fisica Ludovico Benassa, bravo nell’intuirne il talento.


«Anni di grandi fermenti, vissuti con colleghi di altissimo livello. Ricordo l’entusiasmo con cui cercavamo i giornali stranieri quando annunciavano qualche novità nelle metodiche di allenamento». Tra gli allievi che gli hanno dato maggiori soddisfazioni, Stefano Migliorati, arrivato al titolo tricolore degli 800 metri, stabilmente tra i migliori tre in Italia per 10 anni, che seguì anche quando il ragazzo del San Rocchino per due anni si trasferì nell’East Carolina per motivi di studio. Ora, terminata la carriera di alto livello, Stefano fa da guida ai ragazzi non vedenti di Icaro. Intanto c’è un altro talentino che chiede strada, si chiama Leonardo Simoncelli, nato nel 2005, ed è nipote del grande Franco Volpi, scomparso nel 2013 a 76 anni, cioè l’uomo cui Febbrari tolse il record bresciano dei 10mila, andando sotto i 30 minuti . Corsi e ricorsi della vita e dello sport.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
