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F6B, la quasi-Gold Wing da sei cilindri

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Non è imponente, ricca, opulenta e accessoriata come la classica e conosciuta Gold Wing 1800, ma la nuova Honda Gold Wing F6B, presentata al recente Salone di Milano, appartiene sempre alla serie delle lussureggianti sei cilindri.

Honda ha voluto così proporre nel suo listino una classica «bagger» e cioè una quasi-custom disegnata e progettata sul suo imponente propulsore boxer a sei cilindri contrapposti; in questo caso sono stati eliminati - quasi del tutto - i tanti accessori della Gold Wing più classica, regina delle moto da turismo e molto amata negli Stati Uniti e in Europa. In verità Honda aveva già fatto alcune variazioni sul tema con il motore a sei cilindri (modelli spesso arrivati in Italia solo per canali paralleli), ma questa volta il più grande costruttore giapponese si pone in diretta concorrenza con altri costruttori (Harley e Kawasaki in primis) che hanno nel proprio catalogo grosse bicilindriche molto simili esteticamente a questa nuova F6B.

Bassa, tutta nera e molto elegante: quasi rinnegando l'imponenza della sua progenitrice (che è ovviamente ancora a listino) in questa versione della Gold Wing le scelte tecniche di rinuncia hanno portato a un prezzo di listino di poco superiore ai 24.000 euro e cioè ben lontani dagli oltre 32.000 Euro della Gold Wing 1800 ricca di accessori (airbag, navigatore, bauletto, retromarcia, ecc.).

In questo caso la seppur elevata cifra del listino ufficiale Honda pone la F6B a livello della diretta concorrenza americana e giapponese, cercando quindi di accaparrarsi fette di mercato che - probabilmente - apprezzeranno il sound e la souplesse sorniona del sei cilindri boxer invece del pulsare tipico, rabbioso e meno impersonale, tipico del due cilindri a 'V', un must su questo tipo di moto.

Il motore di questa versione bagger ("B" nella sigla ufficiale F6B) è quello conosciuto da tempo e che fa capo alla Gold Wing dal 2001: 1832 i centimetri cubici della cilindrata, schema a sei cilindri contrapposti (boxer), raffreddamento a liquido, due valvole per cilindro, iniezione elettronica, cambio a cinque marce (overdrive sull'ultimo rapporto) e trasmissione finale ad albero cardanico; la souplesse e la mancanza totale di vibrazioni sono una caratteristica di questo schema motoristico e va anche detto che l'affidabilità di questo esacilindrico è cosa consolidata con molti esemplari di Gold Wing che hanno doppiato felicemente i 400.000 chilometri senza particolari manutenzioni, grazie a una potenza massima volutamente contenuta che porta, di conseguenza, a una velocità media del pistone che ritorna parametri di longevità assoluta. La ciclistica di questa nuova Gold Wing (in arrivo, si dice, verso marzo) ricalca anche in questo caso dettami già conosciuti: telaio in alluminio, forcella con steli da 45 millimetri, sistema antiaffondamento e reparto freni con sistema combinato (CBS brevetto Honda) e ABS di serie. I chili di massa inferiori (quasi 30) rispetto alla Gold Wing più classica sono tutti nella rinuncia di alcuni accessori che sulla sorella maggiore sono di serie (almeno sui modelli importati in Italia): navigatore GPS, airbag, sella riscaldabile, bauletto posteriore, retromarcia elettrica.

È rimasto, e anzi è stato migliorato, il sofisticato impianto radio a quattro casse ma - crediamo - saranno molti gli accessori (originali e after market) che permetteranno di arricchire questa bagger sei cilindri come avviene ora su modelli simili della concorrenza americana e giapponese.

Honda dunque esplora una via nuova per il suo grosso propulsore boxer: nei due anni appena passati, sempre in tema di così elevato frazionamento, la concorrenza di Bmw Motorrad (1600 sei cilindri GT e GTL) ha evidenziato che anche in Italia c'è un mercato per queste lussuosissime e raffinate moto di grossa cilindrata e, in un altro settore ma sempre con listini molto elevati, le proposte della Harley Davidson raccolgono molti consensi. Ovvio quindi che anche Honda, sfruttando una motorizzazione ormai storica come quella della Gold Wing, cerchi di guadagnare ulteriori fette del mercato statunitense ed europeo.

Luca Scarpat

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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