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Ducati Scrambler, un classico che ritorna

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L’attesa è finita: al recente Salone di Colonia (Intermot 2014) la Ducati ha svelato le carte presentando la Scrambler che animerà il mercato 2015. Dalle prime insistenti voci di una possibile riedizione di questo mitico modello Ducati che negli anni Sessanta e Settanta rese celebre nel mondo il marchio bolognese (prima del prepotente avvento dei bicilindrici a «L») tante sono state le voci, le indiscrezioni e i pareri sulla edizione moderna della mai dimenticata originaria Scrambler: in rete, nei forum e sulle riviste specializzate si sono seguite in questi mesi tante voci (vere, presunte, false) sulle possibili soluzioni che Ducati avrebbe adottato per l’estetica, per la ciclistica e per il motore di questa moto tanto attesa.

Oggi la realtà sono le quattro declinazioni sullo stesso concetto e i pochi ausili elettronici (quelli indispensabili per la sicurezza); un motore - il bicilindrico a «L» della miglior tradizione Ducati - che fa parte della storia ma anche del futuro per prestazioni, affidabilità e fascino. Questa è dunque la nuova Scrambler che da fine gennaio 2015 sarà disponibile a un prezzo di listino di 8.490 Euro nella versione Icon, quella certo più classica con il serbatoio che ricorda i colori (il giallo alternato al lucido cromato) e le forme della indimenticabile Ducati Scrambler che furoreggiò soprattutto nella prima metà degli anni Settanta.

La differenza sostanziale tra la Scrambler 2015 e quella originale sta nello schema del motore: allora Ducati adattò a questa prima vera moto tuttofare (ben presto copiata da tanti costruttori europei e giapponesi) il suo collaudato monocilindrico: nella cilindrata di 250, 350 e 450 cc. il voluminoso mono Ducati aveva sulle spalle ottimi record velocistici e la sua potenza spesso veniva invidiata in pista grazie alle ottime prestazioni ottenute anche dai tanti piloti privati che con le sportive della casa bolognese ben si comportavano soprattutto sulle piste ricavate dai circuiti cittadini allora molto in voga. In realtà, per il comune motociclista di tutti i giorni, l’affidabilità del mono Ducati adottato sulla Scrambler non era proprio un esempio da citare così come alcune difficoltà di avviamento (la compressione era alta) erano state solo in parte superate con le ultime versioni che erano dotate dell’accensione elettronica. La Scrambler fu anche dotata del monocilindrico con la distribuzione desmodromica (progettata dal grande ing. Fabio Taglioni) con le coppie coniche che trasmettevano il moto dal basamento del motore alla testata. Oggi la Scrambler model year 2015 è equipaggiata con il due cilindri a «L» di 803 centimetri cubi di cilindrata: è una collaudata motorizzazione che Ducati ha già adottato sulla Monster e sulla Hypermotard con ottimi risultati sia in termini di prestazioni assolute sia in termini di usabilità ai bassi e medi regimi. Questo bicilindrico ha il raffreddamento ad aria (con l’olio che ha una grande funzione nel tenere le temperature d’esercizio entro livelli accettabili) ed è dotato di una frizione multidisco in bagno d’olio con il sistema antisaltellamento (ATPC). Il motore di questa Scrambler eroga una potenza superiore ai 75 cavalli con intervalli di manutenzione ben distanziati tra loro (ogni 12.000 chilometri). Le quattro diverse versioni, denominate Icon, Classic, Urban Enduro e Full Throttle, si differenziano per alcune dotazioni di serie e soprattutto per una estetica che - di volta in volta - ricorda stili e tendenze del passato interpretate in chiave moderna. Su tutte le versioni l’ABS è di serie è i dati dimensionali (peso e altezza sella) sono davvero ottimi: si parla di meno di 190 chilogrammi di massa (a secco) e di una seduta inferiore agli 80 centimetri dal suolo.

Luca Scarpat

 

PREGI:

Piacevole l’estetica retro.

ABS di serie.

Ottimo e semplice il due cilindri ad aria.

Altezza sella e pesi contenuti.

LISTINO:

Da 8.490 Euro.

ACCESSORI:

Tanti quelli originali Ducati per una completa personalizzazione.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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