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Dalla montagna alle imprese: Eva Grisoni, se la corsa è facile come dire Bam

Due volte campionessa della Maratona di Brescia. Lo sport, scoperto tardi, le ha rivoluzionato la vita
Eva Grisoni vincitrice della Bam a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Eva Grisoni vincitrice della Bam a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Alle Olimpiadi del condominio non la chiamavano mai («Ero magra, piccolina, con gli occhiali, nessuno vedeva in me una sportiva»), ma se avesse scoperto un po’ prima il proprio talento, chissà, forse Eva Grisoni, 46 anni, col tempo avrebbe potuto partecipare a quelle vere. Fino a qualche anno fa la maratoneta che ha vinto le ultime due edizioni della Bam era solo una signora in gamba con la passione per la montagna.

«Una volta progettai una scalata che prevedeva una lunga tappa di avvicinamento. Allora tirai fuori le vecchie scarpe da ginnastica di mia madre e andai in strada per una corsettina, giusto per fare fiato. Senza accorgermi, feci dieci chilometri di fila». Qualche tempo dopo, eccola coinvolta nel simpatico gruppo di podiste di Rezzato che si trovano 2-3 volte alla settimana alle 5.30 del mattino per una sgroppata tutte assieme, prima di andare al lavoro o di preparare la colazione ai figli.

Lepre

«Dopo un po’, però, mi dissero di arrangiarmi da sola - sorride -, perché andavo troppo forte per loro». Così, giusto per curiosità, eccola a una non competitiva a San Polo. «Arrivai seconda fra le donne, e allora cominciai a farmi delle domande e a darmi da sola le risposte». Tipico di chi è cresciuto sui libri di filosofia (è stata anche assistente universitaria), disciplina che considera maestra di vita, con una spiegazione tutta sua: «Se sei abituata a maneggiare concetti difficili, ogni cosa diventa facile nella quotidianità».

Originale, positiva, sempre piena di progetti, Eva oggi vive l’attività fisica come un’esigenza irrinunciabile («Un po’ come lavarsi i denti, bere o mangiare: è tale l’abitudine che non ci fai più caso»). Il giorno dopo l’ultima maratona portata a termine sotto le tre ore, così - tanto per gradire - è andata a farsi una pedalata in bicicletta. Perché oggi gli sport della Grisoni sono tre, alla corsa ha aggiunto ciclismo e nuoto, ed è diventata triatleta. «Colpa, o merito, dei troppi infortuni. Ho capito che avrei dovuto impegnare tutti i muscoli del mio corpo, diversificando gli sforzi, per evitare infiammazioni o acciacchi. E ora non mi faccio più male».

Eva Grisoni in una gara di triathlon
Eva Grisoni in una gara di triathlon

Non bastano volontà e predisposizione, ci vuole anche la guida giusta. «La svolta alla mia carriera sportiva - spiega - è stata quando sono passata all’Atletica Paratico. Lì ho cominciato a seguire i programmi di allenamento di Davide Rossetti e sono cresciuta tantissimo».

E dopo un 2023 da urlo, in cui si è confermata tra le migliori Master italiane sia nella corsa sia nelle multidiscipline, Eva nello sport ha scoperto una seconda giovinezza, dopo che quella vera l’aveva spesa nello studio. «Esperienza che mi ha formata sotto tutti i punti di vista: mi ha irrobustito il carattere e ha dato un senso alla mia esistenza, quello che tanti ragazzi di oggi non riescono a trovare se non sullo schermo di un telefonino. Potrà anche darsi che la cultura, almeno in Italia, non dia da vivere, ma è lo strumento di conoscenza migliore per stare al passo di una società che cambia minuto dopo minuto».

A Grisoni, però, spesso piace guardare anche dietro. «Le generazioni di una volta vivevano con meno mezzi e maggior rispetto della natura. Oggi sprechiamo cibo e ricchezze naturali con una intollerabile leggerezza. Per me - prosegue - è stato bello, volta per volta, superare nuovi limiti e tagliare traguardi prima impensati»

Il prossimo è già fissato. È quello delle corse di ultradistanza e ha già partecipato, da aggregata, a una trasferta della Nazionale italiana «Ho provato la distanza dei 100 chilometri. Dopo 71 ho dovuto fermarmi. Nessun problema, ci riproverò». Perché nella vita, come nello sport, Grisoni ha sempre guardato avanti, lasciandosi tutto alle spalle. Anche quelle Olimpiadi del condominio da cui era regolarmente esclusa. «Cercavano quelli che vincono le gare sprint, le gimcane mozzafiato, le corse spericolate in bici. Io ero fatta per altri ritmi». Passo dopo passo è arrivata davanti a tutti fino a quando ha sentito la città gridare il suo nome, mentre vinceva la Maratona di Brescia.

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