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Dakar 2026 alla bresciana con gli alfieri Internò, Cadei e Cavagna

Angelo Seneci
Dal 3 al 17 gennaio in Arabia Saudita, tra moto, auto e camion. Tutti con spirito di sopravvivenza e uno spirito «antico»
Cavagna a bordo del suo Nissan
Cavagna a bordo del suo Nissan
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Inizia sabato 3 gennaio la Dakar 2026, che fino a sabato 17 gennaio vedrà anche tre bresciani impegnati: il solitario Tiziano Internò con la moto, Gianpaolo Cavagna con automobile e Andrea Cadei nella categoria Camion. Questi ultimi due gareggeranno nella Dakar Classic, gara di regolarità più che di velocità, ma con medie che si avvicinano a quelle della gara maggiore. Nella stessa categoria sarà presente la squadra corse Angelo Caffi di Rovato, con l’esperto Luciano Carcheri navigato per il secondo anno da Fabrizia Pons, vincitrice di gare del mondiale rally.

Per la settima volta consecutiva la gara si tiene in Arabia Saudita. Il percorso è di circa 8mila chilometri, di cui 4.480 di prove cronometrate. «Quella del 2026 - afferma l’iseano Tiziano Internò - sarà la mia sesta Dakar. Sono state tutte una sfida enorme, ma anche un viaggio bellissimo, sia da pilota sia da storyteller, con il mio canale Rally Pov». Per fine 2026 il centauro bresciano produrrà il documentario «Salvato dalla Sabbia», che racconta la storia della Dakar dalle origini a oggi, attraverso interviste, aneddoti nascosti e pezzi di vita personale. All’inizio la Dakar era vissuta dai centauri partendo da casa con borse, ricambi e pochi attrezzi caricati sulla moto.

Vintage

«Ho deciso di provare a tornare a quello spirito - afferma Internò -. Sono partito il 25 novembre dall’Italia in moto con le borse e tutto l’essenziale per raggiungere Parigi principalmente in fuoristrada. Da lì sono partito simbolicamente sotto la Tour Eiffel, per poi scendere a Barcellona, fare le verifiche tecniche e imbarcare la moto». Una volta in Arabia Internò sarà nella categoria Malle Moto, quella senza assistenza, con ulteriore difficoltà: la cassa, contenente normalmente attrezzi e ricambi, resterà vuota, e tutto l’occorrente che servirà per la gara viaggerà solo sulla moto, dentro le borse.

La moto di Internò
La moto di Internò

«A bordo avrò attrezzi per la manutenzione, ricambi essenziali per motore e ciclistica, lubrificanti e tutto ciò che serve per tenere in vita la moto. Solo le gomme seguiranno il normale canale del bivacco». L’obiettivo è correre in piena autosufficienza, una vera Ultra Dakar... come i pionieri degli Anni 80, che verrà raccontata dal suo team media, che produrrà ogni giorno contenuti e video dal deserto.

Per il lumezzanese Cavagna quella del 2026 sarà la quarta edizione. Per l’occasione ha apportato modifiche significative alla Nissan Patrol raddoppiando la potenza del mezzo. «Nel 2025 ho avuto qualche problema elettrico che mi auguro di avere risolto. Quest’anno sarà una rivincita, nella speranza che possa migliorare le prestazioni e il divertimento. La Dakar Classic sta diventando sempre più impegnativa e le prestazioni arrivano automaticamente se la macchina funziona e non ha problemi. Nel 2026 avrò anche un nuovo navigatore, Francesco Proietti. Un semi-professionista, giovane, ma con tante gare alle spalle. Per un Dakariano, concludere resta la cosa più importante. Noi punteremo a essere tra i primi 10».

Il camion Iveco di Cadei
Il camion Iveco di Cadei

Il terzo pilota impegnato è Andrea Cadei, di Villa Carcina, che per il primo anno affronterà la Dakar come pilota dopo che nelle due precedenti ha fatto il meccanico. Il Camion Iveco 80 che utilizzerà è stato rivisto da Cadei, e verrà testato direttamente in gara. «Il mezzo è stato finito solo nelle notti precedenti la partenza per Barcellona - afferma il valtrumplino -. Per me sarà una Dakar di test, in previsione di quella del 2027. Corro con due amici: Marco Valentini, che realizza un sogno, e Stefano Sbrana, che ha anche un’officina Iveco. Le modifiche fondamentali sono state provate e collaudate. Sarò nel team Tecnosport per la logistica, ma dove farò anche un poco da appoggio meccanico nei casi di necessità ai loro equipaggi. Visto che il mio mezzo non è testato, l’obiettivo è quello di fare più chilometri possibile e capire cosa devo fare per la partecipazione del 2027. I

l camion è già un prototipo entro i limiti previsti dal regolamento. Ho realizzato una cabina più comoda e allungata, e un cassone che si apre a ventaglio dalla fiancata, dove poter operare. In futuro dovrò intervenire per alleggerire di più il mezzo, portandolo a 52 quintali in ordine di marcia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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