Altri sport

Canè su Sinner: «È il doppio trionfo di un cacciatore di occasioni»

L'ex tennista e commentatore Rai sul trionfo di Jannik agli Australian Open: «Ha bruciato le tappe, sarà d'ispirazione per altri bambini»
Jannik Sinner durante la finale degli Australian Open a Melbourne - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Jannik Sinner durante la finale degli Australian Open a Melbourne - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
AA

Quando aveva sentito qualcuno affermare che agli Australian Open Sinner avrebbe vinto in tre set contro Medvedev aveva sorriso. «Lo può pensare solo chi non sa come funziona questo sport - afferma Paolo Canè -. Si trattava di una finale Slam. Il russo aveva già giocato partite simili. Per Jannik era la prima volta. L’aspetto emotivo conta moltissimo. Così come pure l’esperienza ha un notevole valore. Immaginarsi una passeggiata o, comunque, una gara dominata per intero era fantatennis».

Canè è stato uno dei principali giocatori della generazione che si è espressa su buoni livelli in campo internazionale tra gli Anni Ottanta e l’inizio dei Novanta (fu 26 al mondo in singolare e 43 in doppio). Talentuoso e imprevedibile, il bolognese oggi 58enne e commentatore Rai ha pochi dubbi: «Ribaltando la partita dallo svantaggio di due set a zero, Sinner ha vinto lo Slam due volte».

Paolo Canè, commentatore Rai ed ex tennista
Paolo Canè, commentatore Rai ed ex tennista

In questi Australian Open e, più in generale negli ultimi mesi, l’altoatesino è stato protagonista di una progressione impressionante. Oggi è quantomeno il tennista più in forma del mondo. Concorda?

«Ha bruciato le tappe e ha ulteriormente accelerato il processo di crescita. È stato in grado di vincere una finale di uno dei quattro tornei più importanti del circuito dopo essere arrivato a un passo dal successo nelle Finals di Torino. In mezzo, tanto per gradire, ha contribuito in modo determinante al successo dell’Italia in Davis».

Adesso Sinner è ancora di più un patrimonio sportivo nazionale...

«Ma sono convinto che se avesse perso si sarebbe parlato di occasione mancata. Sarebbe stato criticato e forse sminuito. E non lo avrebbe meritato. Non solo per il valore tecnico, ma pure per le qualità umane. È un bravissimo ragazzo. Fa bene al movimento. E sono certo che tanti bambini, anche sull’onda di questo favoloso successo, inizieranno a giocare a tennis o ci giocheranno con rinnovati stimoli».

Il tutto, in un momento storico particolare, in cui si incastrano anche il successo su Djokovic in semifinale, e un periodo non così brillante di Alcaraz, da quasi tutti visto come il «Golden Boy» destinato a dominare la scena per anni.

«Lo spagnolo resta un giocatore fortissimo. Probabilmente, è anche più completo di Sinner. Ha vinto prestissimo ai massimi livelli, prima agli Us Open e poi a Wimbledon. Nel brevissimo periodo non è riuscito a confermarsi, ma è davvero giovane. Sembra una frase fatta, ma a questi livelli la linea tra successo e sconfitta è quanto mai sottile».

In quali aspetti del gioco Jannik è cresciuto maggiormente? Cosa gli ha permesso di viaggiare sicuro fino alla semifinale, di battere Djokovic e poi Medvedev, in finale?

«È diventato meno frenetico nella gestione del punto. Poi, ha una velocità di palla impressionante. Dalla tv forse la cosa non è così chiara. Io l’ho visto da vicino di recente, a Torino e poi a Malaga, per la Davis. Ha imparato a ricavare di più dal proprio servizio. Si badi bene: avrei detto le medesime cose anche se avesse perso con Medvedev. Mi colpisce il fatto che vada a cercarsi le occasioni con coraggio. E venderebbe l’anima piuttosto che perdere un 15. I suoi punti di forza principali, secondo me, sono la risposta, l’aggressività e la capacità di prendere campo con il rovescio».

Ha ulteriori margini di crescita? Il prossimo obiettivo è quello di diventare numero 1 al mondo?

«Certo, può ancora crescere. Gli manca un po’ d’esperienza. Fin qui ha centrato tutti i target che si era posto. Di questo passo il primato in classifica Atp è tutto fuorché impossibile. Intanto il successo su Djokovic (che comunque resterà molto competitivo) e la vittoria a Melbourne spostano un po’ il baricentro degli equilibri del tennis mondiale in favore della nuova generazione. Sinner ne è esponente di spicco. Con lui, oltre ad Alcaraz, anche Rune e Shelton».

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato