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Mille Miglia, nel 1935 il record firmato Pintacuda

Alberto Redaelli
Il pilota raggiunge Brescia e vince in 14 ore, 4 minuti e 47 secondi, alla media di 114,753 chilometri all’ora
Carlo Pintacuda in sella alla sua Alfa Romeo Tipo B «P3» 34 2900
Carlo Pintacuda in sella alla sua Alfa Romeo Tipo B «P3» 34 2900
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Alba del 14 aprile 1935: parte la nona edizione della Mille Miglia. Il rombo delle macchine sveglia la città e in viale Venezia, dove la corsa partirà, si sono dati convegno gli appassionati. Presenti autorità e gerarchi in uniforme, il duca di Spoleto dà inizio alla partenza delle macchine. Lampi dei fotografi sulle favoritissime. Sono due potenti macchine da Gran Premio adattate per la corsa: la Maserati 6 C/34 3700 della Scuderia Subalpina, pilotata da Achille Varzi, il vincitore dell’anno prima, e l’Alfa Romeo Tipo B «P3» 34 2900 della Scuderia Ferrari pilotata dal toscano Carlo Pintacuda. Due autentici bolidi!

Il trionfo

Varzi, affiancato da Amedeo Bignami, parte alle cinque e quarantacinque. Pochi minuti dopo, affiancato dal marchese Alessandro Della Stufa che vuole provare l’ebbrezza della Mille Miglia, parte Pintacuda. Il tempo è splendido. L’inizio è subito a grande andatura e a Bologna, sorpresa: Mario Tadini, il «re della montagna», al volante di un’Alfa Romeo 8 C 2600 tipo «Monza», precede Varzi e Pintacuda! Ma ecco i durissimi passi della Raticosa e della Futa e a Firenze Pintacuda precede Tadini seguito da Varzi. Il campione di Galliate cerca di rimontare, ma la Maserati è fermata da un guasto al motore e si ritira. Pintacuda invece continua senza problemi. Ecco Roma! Poi il ritorno.

Carlo Pintacuda in gara
Carlo Pintacuda in gara

Pintacuda supera le tortuose strade dell’Umbria, vola sulla costa adriatica e raggiunge nuovamente Bologna. Nel Veneto Pintacuda è un poco rallentato dalla pioggia, ma senza altri problemi raggiunge Brescia e vince in 14 ore, 4 minuti e 47 secondi, alla media di 114,753 chilometri all’ora: nuovo record. Tadini-Chiari sono secondi; Battaglia-Tuffanelli (Alfa Romeo 8 C 2600 tipo «Monza») terzi.

Chi era Carlo Maria Pintacuda

Carlo Maria Pintacuda nasce a Firenze nel 1900 e si forma alla grande scuola dell’automobilismo sportivo toscano. Nel ’27, al volante di un’Alfa Romeo, vince il Circuito di San Rossore. Nel ’34, con una Lancia, si impone nell’interminabile Giro d’Italia riservato alle macchine di serie. L’anno dopo corre la Mille Miglia con un'Alfa Romeo della Scuderia Ferrari e non ha rivali. La corsa bresciana mette in luce le sue grandi qualità di stradista e, ancora con un’Alfa Romeo della Scuderia, vince anche nel ’37. Due risultati eccezionali che lo rendono molto popolare.

Gli altri successi

Altri successi da ricordare del «Pinta», come lo hanno battezzato i numerosi tifosi, sono quelli ottenuti con macchine dell’Alfa Corse nella 24 Ore di Spa del 1938 e nel Circuito dell'Impero del ’39. Singolare poi la partecipazione ai Gran Premi nella terra brasiliana dove, sempre al volante di Alfa Romeo, ottiene ottimi risultati. Vince infatti il Gran Premio di San Paolo nel 1936 e il Gran Premio di Rio de Janeiro nel ’37 e ’38.

Clamorosa fu la prima vittoria a Rio nel Circuito di Gávea, battezzato dai locali per le sue difficoltà «il trampolino del diavolo». In quella corsa inflisse una sonora sconfitta ad Hans Stuck che pilotava un’Auto Union molto più potente. Dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì in Argentina, dove aprì delle attività commerciali, e si spense, a Buenos Aires, nel 1971.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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