Aprilia Mana, la «Gt» che cambia da sola

È difficile - o meglio strano - abituarsi alla mancanza della leva della frizione e, soprattutto, al non uso del comando a pedale del cambio: le poche motociclette automatiche in verità sono già molto apprezzate da un pubblico che ha capito come gli automatismi riducano i tempi delle cambiate, evitano strappi e accelerazioni non desiderate, aggiungono comfort di marcia.
L'Aprilia Mana 850 è la risposta italiana alle giapponesi (Yamaha FJ 1300, Honda VFR 1200) dotate di cambio automatico, o meglio robotizzato, che può di volta in volta assumere le sembianze di una trasmissione completamente automatica o sequenziale. Qualche lustro fa anche la Moto Guzzi, con l'Idroconvert, aveva abbinato al suo robusto bicilindrico un cambio automatico a due marce ma, allora, i tempi non erano ancora maturi nei confronti di questi comodi automatismi che danno un innegabile vantaggio per la guida (è solo questione di abitudine) e non tolgono certo il gusto della moto «vera» perché sanno offrire una maggior piacevolezza di guida che diventa più lineare, dolce e in definitiva più gestibile.
Il progetto Mana ha seguito in Aprilia (Gruppo Piaggio) l'evoluzione del bicilindrico a «V» longitudinale che la Casa veneta ha progettato nell'ultimo lustro: adottato con successo sullo scooterone Gilera GP 800 (dotato di trasmissione finale a catena) questo motore è stato coniugato anche in versione 750, con cambio tradizionale, in uso sull'Aprilia Shiver; sulla Mana infine la versione completamente robotizzata del cambio (denominato Sportgear) che sa mettere in luce le doti di coppia e potenza del raffinato due cilindri dotato di raffreddamento a liquido, singolo albero a cammes in testa, quattro valvole per cilindro.
Dapprima nata in versione rigorosamente «naked», la Mana è proposta adesso anche in una piacevole evoluzione GT, dotata del cupolino e di altri equipaggiamenti per il turismo a medio e lungo raggio; inusuale - per una motocicletta - il vano portacasco che ha trovato posto nel tradizionale sito che ospita il serbatoio della benzina. Tornando al motore, va detto che l'850 ha visto la potenza ottimizzata nell'utilizzo ai bassi e medi regimi e, in tal senso, proprio la trasmissione robotizzata rende al meglio l'erogazione della potenza grazie a sofisticati controlli elettronici: con due pulsanti al manubrio, in versione sequenziale, i sette rapporti del cambio permettono una guida più sportiva, mentre in completo automatismo - al pari della conosciuta e piacevole guida scooteristica - i rapporti del cambio vengono gestiti elettronicamente; in più la Mana offre la possibilità di impostare tre livelli diversi di erogazione della potenza in funzione delle condizioni d'uso (pioggia, asciutto, scarsa aderenza).
Cupolino regolabile di serie, sella posta a soli 80 centimetri da suolo, possibilità di accessoriare la moto con borse e bauletti: la Mana GT è dunque una efficace moto da turismo il cui automatismo della trasmissione è solo una delle piacevole caratteristiche di una otto e cinquanta offerta a poco più di 10.000 euro e in grado di competere efficacemente con le altre concorrenti del settore. Sul piano della sicurezza la Mana è offerta con l'Abs che viene abbinato a un reparto freni davvero raffinato: davanti ci sono due dischi da 320 millimetri e al posteriore una unità da 260; la forcella ha steli rovesciati da 43 mm e fa coppia con il monoammortizzatore posteriore della Sachs, ampiamente regolabile.
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