1980-82: Brescia dalla A alla C in 24 mesi

La prima metà degli anni Ottanta vede il Brescia passare in ventiquattro mesi dalla gioia per la A ritrovata dopo due lustri all’umiliazione di una C che sembrava relegata nel passato, il 1938/39 l’ultimo precedente.
E invece la bella promozione con Saleri presidente, Simoni in panchina e una delle filastrocche più amate dai bresciani (quella che inizia con Malgioglio, Podavini, Galparoli e finisce con Mutti, Iachini, Penzo) è seguita da una retrocessione beffarda, in seguito a una classifica avulsa che condanna prima della squadra, una dirigenza convinta che il pareggio ad Ascoli nell’ultima giornata valesse la salvezza. Simoni peraltro non c’era più, Saleri lascia dopo lo scivolone mentre Alfredo Magni viene confermato in B.
Almeno fino alla sedicesima giornata quando lascia il posto a Perani. Inutilmente: il Brescia scivola in C1 con una giornata d’anticipo. Riemergerà solo nel giugno dell’85, con Pasinato in panchina e Tullio-gol in attacco.
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