A Wimbledon Sinner fa la storia del tennis italiano

Jannik Sinner ha battuto Carlos Alcaraz diventando il primo italiano a vincere il singolare sull’erba inglese: notoriamente riservato, ora potrebbe iniziare ad aprirsi al suo pubblico
Jannik Sinner con la coppa di Wimbledon - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Jannik Sinner con la coppa di Wimbledon - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La storia del tennis volta pagina sui prati sacri dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Dopo le finali sfumate di Matteo Berrettini nel 2021 contro Novak Djokovic e di Jasmine Paolini lo scorso anno contro Barbora Krejcikova, finalmente un azzurro conquista il trofeo più prestigioso del tennis mondiale.

È Jannik Sinner il primo italiano a scrivere il proprio nome sull’albo d’oro di Wimbledon. A parlare, più di ogni statistica, è l’ultimo gesto del neo-campione: tre carezze con il palmo sull’erba patinata anche se ormai polverosa – curata dai 24 giardinieri capitanati da Martyn Falconer – dopo il definitivo servizio vincente. Un gesto pacato, ma carico di significato.

Il 9 giugno, Carlos Alcaraz aveva vinto a Parigi di un soffio un match durato cinque ore e mezza: 4‑6 6‑7 6‑4 7‑6 7‑6. Oggi non comincia in modo diverso, anzi sembra il sesto set di un confronto infinito. L’italiano parte forte e ottiene un break ma lo spagnolo lo recupera ed è lui ad accelerare e a chiudere sul 4‑6. Sembra che non ci sia alcuno stacco temporale dalla finale del Roland Garros, con Sinner che fugge, Carlitos che rientra e poi lo inchioda con un colpo felino. Nel secondo set Jannik spezza la sequenza negativa e, ottenuto il 6‑4, prende il controllo del match: i suoi errori non forzati diventano rari, le traiettorie più precise, e ogni punto si decide sul filo del millimetro. Un break nel nono gioco del terzo set manda Sinner a servire per allungare: altro 6‑4, senza indecisioni. Stesso copione nel quarto parziale: break e servizio potente a chiudere. E, adesso, sì: il titolo dello Slam sull’erba è suo.

Segue la cerimonia in campo: la principessa Kate consegna il trofeo, strette di mano, foto ufficiali, sorrisi dalle tribune, sipario da balcone con un trionfante «God save the King» che echeggia. In serata, champagne e gala.

La principessa Catherine consegna il premio a Sinner - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La principessa Catherine consegna il premio a Sinner - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

I numeri e i dati non mentono: il match è durato poco più di tre ore, il punteggio finale di 4‑6 6‑4 6‑4 6‑4 non ammette repliche. Sinner capovolge la finale di Parigi e conquista il quarto Slam in carriera dopo gli Australian Open 2024 e 2025 e lo US Open 2024.

Anche il duello italo-iberico ha caratteristiche storiche: primo titolo a Wimbledon giocato tra nati dopo il 2000, terzo Slam deciso dal confronto fra numeri 1 e 2 quest'anno (era Zverev il numero 2 a Melbourne). Le cifre della rivalità ora recitano 8‑5 in favore di Alcaraz, ma Sinner interrompe una serie di cinque sconfitte consecutive. I media digitali parlano già di “resilienza da monaco zen” per Sinner e di un cambio di generazione come quello che segnò il passaggio di potere a Federer e poi Nadal da Sampras e Agassi.

Nonostante la sconfitta, Alcaraz in conferenza stampa risponde con grande sportività: «Non sono sorpreso che Jannik mi abbia spinto fino al limite. Sapevo che sarebbe stata una grande finale».

Poi c’è la dimensione economica: Sinner incassa circa 4 milioni di dollari, anche se – come ricorda Forbes – gran parte andrà al fisco. A livello di classifica, consolida il suo primo posto nel ranking ATP con margine crescente.

Fuori c’è un pubblico felice e in fermento, che vorrebbe che Sinner fosse più presente e disponibile. Per Jannik la riservatezza è un’arma, ma potrebbe diventare un limite mediatico: meno legame col pubblico, meno backstory condivisa, meno empatia. Forse è il momento di un pizzico di apertura, per far crescere il campione anche dentro l’immaginario collettivo.

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