Scuola

Tre cani a scuola per andare oltre le barriere

Risultati positivi per l’inconsueta esperienza svoltasi alla media «Pascoli» con l’istruttrice cinofila Chiara Monteverde
AA

Lei, Chiara Monteverde, è un’istruttrice. Per l’esattezza istruttrice cinofila da 15 anni, con specializzazione socio-psico-pedagogica e formazione in Attività e Terapie assistite con animali. Quindi insegna - meglio, educa - a fianco di Olivia, Trudi e Bulla, tre labrador retriever femmina. Nel corso degli ultimi mesi ha lavorato a un progetto alla scuola secondaria di primo grado Pascoli, parte dell’Istituto comprensivo Sud 3 Brescia retto dalla dirigente scolastica Maria Piovesan.

Anzitutto, Chiara Monteverde lavora attraverso la Cooperativa Verde Oasi, e ha dato vita quest’anno, per la sua prima volta in una scuola - generalmente opera in centri di tipo diverso - a un percorso di attività assistite con animali. In pratica, ragazzi con particolari esigenze cognitive o motorie già seguiti dal sostegno sono stati selezionati di concerto con gli insegnanti dell’istituto - tenendo conto naturalmente della disponibilità di studenti e famiglie al lavoro con i cani - valutando quali fossero le necessità specifiche di ognuno.

Gli alunni, con Chiara e sempre alla presenza dei docenti, sono stati coinvolti in piccoli gruppi o singolarmente nella fase preliminare. E sulla base degli obiettivi posti come prioritari dagli insegnanti è stato impostato il metodo, che in realtà, per i ragazzi, si è configurato più come un gioco: «In primis - spiega Monteverde- con tutti abbiamo avviato momenti di gioco abbastanza libero al fine di instaurare una relazione affettiva con i cani che aprisse i "cancelli" che ci avrebbero consentito di proseguire. Per quanto riguarda gli studenti con difficoltà cognitive, poi, abbiamo per esempio puntato all’identificazione delle parti del corpo, prima del cane e in seguito della persona, o utilizzato la pallina come strumento utile a fornire riferimenti spazio-temporali; o, ancora, siamo intervenuti sul riconoscimento dei colori». Quando invece l’intento mirava a un incremento dell’interazione personale sono stati incoraggiati atteggiamenti e giochi di gruppo volti a sviluppare la relazione. Gli alunni in carrozzina, infine, hanno beneficiato del contatto fisico con il cane, «che emoziona, sì, ma non solo - illustra Chiara -: invoglia a fare movimenti che per questi ragazzi sono importanti, come allungare un braccio». L’esperienza «è stata stimolante e soddisfacente, per tutti: gli alunni hanno voglia di stare col cane, e parliamo di cani preparati per mostrare atteggiamenti di sensibilità ed empatia».

Il percorso si è snodato da marzo lungo 15 incontri mattutini fino a maggio. Al termine dell’iter «sono stati riscontrati miglioramenti, diversi per ogni partecipante. Non posso che definire i risultati buoni, e specialmente tangibili, anche grazie all’ottima collaborazione e al dialogo costruttivo con insegnanti e assistenti».

Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia