Scuola

Scuola, l'accesso alla lingua italiana è la porta per l’inclusione sociale degli studenti stranieri

Sara Centenari
La presentazione del progetto «Dall’accoglienza alla cittadinanza» che raccoglie 160mila euro di finanziamento dal Fondo nazionale per le Politiche sociali e dal Comune di Brescia
L'incontro in Loggia - © www.giornaledibrescia.it
L'incontro in Loggia - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Se il ministro è in grado di mettere in circolo più fondi, questi soldi potrebbero essere utilizzati per creare classi più piccole, che favoriscono l’apprendimento e l’integrazione: perché così si riesce a lavorare in modo mirato. Spero che invece l’obiettivo non sia davvero quello di creare classi riservate agli stranieri» è la risposta data senza tentennamenti da Anna Frattini, assessora alle Politiche educative del Comune di Brescia, durante la presentazione del progetto «Dall’accoglienza alla cittadinanza» a palazzo Loggia. Un progetto grazie al quale 160mila euro vengono convogliati in quest’ambito sulle scuole dell’obbligo cittadine: 80mila euro dal Fondo nazionale per le Politiche Sociali (anno 2022) e gli altri 80mila da risorse proprie del Comune di Brescia.

Stranieri e lingua italiana

La percentuale degli studenti stranieri sul totale nelle scuole dell’obbligo della città è del 37%: ossia 4500 su 12mila alunni, senza contare il mondo dell’infanzia.

Da un’intervista rilasciata nelle ultime ore dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è infatti emersa la volontà di introdurre dei cambiamenti nei paradigmi e nei meccanismi dell’accoglienza e dell’inserimento scolastico di bambini e ragazzi che non parlano in famiglia l’italiano come prima lingua: uno degli esempi che potrebbero essere seguiti, sulla falsariga di ciò che avviene in altri Pesi europei, è quello di introdurre una valutazione dei livelli – ha detto il titolare del Mim - che porterebbe i nuovi alunni a frequentare tutte le lezioni con gli altri, nel caso di buona padronanza della lingua, oppure a staccarsi dalla classe per seguire italiano e matematica in classi differenziate, riservate solo a studenti stranieri.

La sindaca Laura Castelletti ribadisce che la strategia a Brescia non cambia. «La strategia è il lavoro di inclusione che stiamo conducendo: una delle nostre priorità per costruire lo sviluppo della città. Ogni bambino con il suo portato e la storia deve trovarsi a suo agio. La scuola deve essere luogo e strumento dell’inclusione, che si fa attraverso l’accesso alla lingua e permette di attivare la cittadinanza. I progetti che abbiamo iniziato da anni e qui rinnoviamo a questo mirano: ma ricordiamoci che l’inclusione va a beneficio di tutti e serve a evitare un rallentamento dei tempi generali, che potrebbe gravare su chi non ha l’ostacolo della lingua. Più risorse, più mirate: per creare classi che sappiano formare alunni e alunne, tutti in grado di proseguire alla pari con chi nasce in condizioni più fortunate».

«Dall’accoglienza alla cittadinanza»

Non è la prima volta di «Dall’accoglienza alla cittadinanza»: «Le scuole aspettano il progetto che coinvolge in primis quel 25% di bambini e ragazzi che non parlano italiano o non abbastanza da poter seguire bene le lezioni scolastiche e coinvolge alcuni quartieri di Brescia con maggiori complessità da affrontare. E con questi quartieri porteremo avanti un ragionamento più a lungo» aggiunge Frattini.

Tutte le scuole aderiscono ma i fondi non sono distribuiti equamente perché le risorse rispecchiano la composizione demografica. Un progetto figlio del precedente «A come accoglienza» nato - come spiega Monica Terlenghi, responsabile del diritto allo Studio - «quando a Brescia c’erano moltissimi stranieri non alfabetizzati, arrivati da poco. Situazione molto diversa da oggi con le seconde generazioni che padroneggiano la lingua italiana nella maggioranza dei casi. Quindi la percentuale citata del 37% - che comprende anche queste ultime - scende al 25% se ci si concentra sulla reale necessità di alfabetizzazione».

Le zone coinvolte 

Le zone principalmente coinvolte sono Ovest, Centro e Chiesanuova: le primarie della zona di Fiumicello, Volta e Divisioni Acqui, e la media Romanino del Comprensivo Ovest 1 (che ottiene la quota più alta di fondi e prevede interventi anche sull’Infanzia), poi le primarie Manzoni e Calini del Centro 3, la Ungaretti del Centro 1, la primaria Deledda e la media Calvino dell’Ic Sud 2 Chiesanuova, infine la media Bettinzoli del Comprensivo Rinaldini Sud 3. Con alcune di queste ultime realtà che fanno parte anche del progetto Sus, Sviluppo Urbano Sostenibile, su formazione e informazione sulla multiculturalità che prevede un accordo con l’Università Cattolica.

Chi rappresenta l’amministrazione locale ricorda che in origine i fondi statali arrivavano dalla legge 285, poi è subentrato il Fondo per le Politiche sociali che però si è ridotto: per questo integra il Comune.

Alfabetizzazione e mediazione culturale e linguistica gli strumenti, con servizi organizzati direttamente dai singoli istituti comprensivi (l’assessora Frattini visita da mesi almeno una scuola alla settimana per ogni Ic). Uno degli obiettivi dichiarati è garantire rapporti di scambio veri tra scuole e famiglie ed evitare fenomeni di dispersione scolastica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.