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Scrittura creativa: come si conclude la favola?

Noi ti diamo l’incipit, tu completa la storia con la fantasia
Progetto Oasi, la favola del cattivo Re Kovid... da completare - © www.giornaledibrescia.it
Progetto Oasi, la favola del cattivo Re Kovid... da completare - © www.giornaledibrescia.it
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L'insegnante Maria oggi ci regala una favola!
Una breve storiella, antica per l’ambientazione e moderna per i nomi dei personaggi, occasione per bambini/e e ragazzi/e per dare una veste di fantasia a tanti nomi sentiti in questa emergenza sanitaria.

Questa favola, però, è senza il finale. Ognuno, infatti, potrà scatenare la propria fantasia e proseguire la favola a suo piacere, magari poi confrontando la propria storia con quella degli altri compagni o, addirittura, creare una storia a più mani, con la propria classe.

La favola di Re Kovid e della raganella Nala

C’era una volta, in un regno lontano, ricco di boschi, prati, ruscelli e laghetti, un Re cattivo di nome Kovid. Era talmente cupo e scostante che non aveva né moglie né figli; la mamma e i suoi fratelli vivevano ai confini del suo regno e non venivano mai a trovarlo, suo papà era partito anni prima per terre lontane, senza fare ritorno.

Il suo castello era arroccato su un’alta rupe che dominava il regno: lo sguardo del re poteva spaziare fino ai confini lontani, mentre gli occhi dei suoi servitori dovevano restare bassi, in segno di sottomissione al Re.Gli unici esseri umani vicini a lui (ma non troppo) erano due servitori, Visiera e Mas Kerino, lo stalliere Guantì e il maniscalco Isolo, che controllava ogni giorno gli zoccoli dei suoi magnifici cavalli neri.

Re Kovid passava i suoi giorni solitari cavalcando per boschi e prati, si fermava a far abbeverare il suo cavallo a un laghetto dalle acque profonde e scure e lì stava seduto a lungo, torvo e indifferente a tutto ciò che lo circondava, cieco alla bellezza delle sponde piene di fiori, sordo ai canti degli uccelli e allo stormire delle fronde. Se ne stava lì come un sasso e quando era stufo tornava al castello e si chiudeva in biblioteca, dove leggeva libri di stregoneria, di incantesimi e di riti, che nelle notti senza luna cercava di replicare, sempre che trovasse gli ingredienti necessari.

Un giorno, deciso a preparare una nuova e strana pozione, andò in cerca di sterco di cervo, piume di pavone, bava di lumache e zampe di raganella. Così, si diresse col suo cavallo verso il laghetto e si mise in attesa che qualche raganella balzasse fuori dall’acqua.


Aspetta e aspetta, all’improvviso qualcosa si mosse fra l’erba umida, il suo sguardo cupo incrociò gli occhi liquidi di una raganella verde e... prodigio! Lei gli parlò con una vocina sottile: «Mi chiamo Nala, sono la regina di questo lago e qui tutti mi vogliono bene. Ho tanti fratelli, tanti girini, tanti insetti di cui nutrirmi, il mio regno liquido è perfetto. Anche tu sei un Re?»                                                                                        

 All’improvviso il cuore duro del Re si sciolse: i suoi occhi cominciarono a vedere la bellezza che lo circondava, le orecchie iniziarono a udire i canti degli uccelli e lo stormire delle fronde e il suo respiro si fece più profondo, per poter sentire il profumo del lago e del bosco.

Nala lo fissava ancora, mentre lui cominciava a sentire un torpore e un disagio profondo che lo scombussolavano...

Cosa succederà al Re e alla raganella?

Concludi tu la storia!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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