Scuola

Il redesign è una rivoluzione «copernicana»: così il liceo diventa campus

Colonne, punti luce, arredi e fioriere: nuova vita per lo Scientifico di viale Duca degli Abruzzi a Brescia
Una elaborazione grafica degli spazi interni alla scuola - © www.giornaledibrescia.it
Una elaborazione grafica degli spazi interni alla scuola - © www.giornaledibrescia.it
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Creare ambienti ariosi e stimolanti a scuola può diventare un fattore essenziale per la motivazione degli studenti tra i banchi. E «poiché l’educazione è colonna portante della società» - e poiché bisogna fare di tutto per passare dalle parole ai fatti in questo settore - questo spirito ha animato gli ideatori di «Redesign Copernico», percorso per le competenze trasversali e l’orientamento e strumento di cittadinanza attiva.

Il progetto promosso dal liceo scientifico «Niccolò Copernico» a Brescia, guidato dal dirigente Luciano Tonidandel, è supportato dal comitato genitori ed è stato coordinato dalla docente Elena Pelucco - con l’aiuto dei colleghi Marco Lamia e Dario Micci - e dall’architetto Alberto Mezzana dell’Accademia SantaGiulia, che ha elogiato l’entusiasmo dei ragazzi: «Non riuscivo a mandarli via a fine pomeriggio, perché volevano continuare a progettare a oltranza!».

E nell’auditorium Balestrieri a prendersi la scena sono stati proprio gli studenti divisi in gruppi: coinvolti anche gli allievi del corso magistrale di Interior design dell’Accademia.

I ragazzi hanno ricostruito la storia dell’edificio sorto nel 1984, allargatosi nel 2007 con una seconda struttura costruita dalla Provincia. Presente anche Filippo Ferrari, consigliere provinciale con delega all’Istruzione: «Palazzo Broletto sta già intervenendo - ha detto - con adeguamento sismico e messa in sicurezza per un investimento da 2 milioni di euro».

Il complesso è definito dagli studenti un «vero campus nel cui giardino in primavera si svolgono lezioni all’aperto». Il progetto di riorganizzazione non ha solo spalancato la fantasia degli studenti, ma li ha anche resi consapevoli di quanta concretezza serva per non far cadere le buone idee: per trovar loro soluzioni plausibili e sostenibili.

Design partecipativo

I ragazzi hanno così analizzato la luce e il posizionamento di arredi, mirando a creare «spazi più sereni e luminosi», a trasformare «pure aree di passaggio spesso sovraffollate in angoli di ritrovo» con maggiori comfort pur nella semplicità, cercando di far scorrere i flussi in modo meno congestionato. Hanno pensato a piccole grande rivoluzioni «copernicane» come «spostare le macchinette delle bevande che coprivano le finestre»: hanno disegnato sedute curvilinee e morbide, colonne che avvolgono i nudi pilastri, punti luce di forma circolare, allegri pouf e fioriere avvolgenti a cascata, compiendo rilievi geometrici e fotografici.

Gli allievi hanno studiato bene «le zone che di mattina presto o pomeriggio sono parecchio cupe, per dare nuova vita ad ambienti asettici», effettuando schizzi «che realizzano il percorso del pensiero, dalla testa al progetto effettivo» e portando anche a mettere nero su bianco dei piani di fattibilità. Con computi metrici, ad esempio per gli interventi sul piano terra e sul primo, di 38mila e 42mila euro circa.

Gli studenti hanno affrontato problematiche di acustica, tra ricostruzioni in 3D, rendering e piante in assonometria, cercando ovunque soluzioni, fino al «canestrino» per alleviare lo stress con due tiri, nei pochi minuti di pausa.

A tenere le file della giornata sul design partecipativo sono stati il dirigente Tonidandel e la docente Pelucco che hanno ricordato altre iniziative come «Pitturiamo il Cope» e «Adotta un tavolo» e hanno spiegato che il «redesign non è solo un atto estetico ma una spinta all’apprendimento attivo e la responsabilità sociale».

Una seconda casa

Mattinata intensa anche per il coinvolgente esordio del nuovo gruppo musicale del liceo guidato dai docenti Luisa Giannotti e Stefano Staro e per la partecipazione di Margherita Serra che nel 2018 allestì una bellissima mostra d’arte al Copernico. E il direttore dell’Accademia Angelo Vigo ha rimarcato che per la realtà di SantaGiulia «fare i percorsi Ptco è importantissimo. E lo è fare in modo che questo ambiente diventi la vostra seconda o - se volete - prima casa!». «Prenderemo in considerazione il progetto per la sua qualità» ha detto il consigliere Ferrari: «E cercheremo, in step diversi, di recuperare le risorse».

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