Scienza

Una monoposto nell’officina del team UniBs

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Fino a due anni fa era solo un sogno, oggi è una sfida alla portata dell’Università di Brescia e dei suoi studenti del Curriculum Autoveicoli di Ingegneria: progettare una vettura monoposto da competizione, ma anche realizzarla con l’obiettivo di gareggiare.

L’occasione è l’edizione italiana del 2014 della Formula Sae (Society of automotive engineers), la competizione internazionale - organizzata nel nostro Paese da Ata (Associazione tecnica dell'automobile) - dedicata a team di studenti universitari chiamati a progettare e fabbricare una nuova auto da corsa, ma non solo. Ogni squadra deve anche eleggere nel gruppo di lavoro un pilota che si cimenterà nelle prove in pista.

Le vetture, infatti, oltre ad affrontare una serie di prove «sulla carta», nel corso delle quali vengono valutati aspetti più teorici del progetto, dovranno mettersi al volante e superare prove di accelerazione, di velocità in curva, di endurance o di frenata.

Dietro al progetto bresciano c’è il Gruppo Automotive del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università cittadina, guidato dal docente Marco Gadola e composto da un ricercatore, Stefano Uberti, e da tre giovani motivati e entusiasti dottorandi: Daniel Chindamo, Michele Cima e Matteo Romano. La nuova auto si chiamerà iRac-ing e sarà una monoposto del peso massimo di 400 chili con un telaio innovativo e del tutto inedito, interamente realizzato con pannelli ed estrusi in alluminio. «La scommessa è superare le architetture normalmente utilizzate per realizzare i telai delle auto di Formula Sae Student - dicono -, tradizionalmente a traliccio di tubi o in fibra di carbonio». Il team di progettazione costruirà un telaio utilizzando alluminio alveolare. Dotato, cioè, di una struttura a nido d’ape che garantisce una riduzione del peso senza compromessi con la rigidezza necessaria per sostenere il peso della vettura e per sopportare le forze che si scaricano sul telaio durante la corsa. Per la trazione adotteranno una tecnologia consolidata: un motore a scoppio di derivazione motociclistica da 600 cc.

Le sospensioni sia anteriori che posteriori saranno a quadrilatero, come quelle della Formula Uno. «Gli ammortizzatori verranno posizionati il più possibile in basso, per abbassare il baricentro del veicolo - spiegano - e migliorare la guidabilità intesa come stabilità e tenuta di strada. Inoltre un baricentro basso aumenterà le performance della nostra monoposto al test di ribaltamento previsto per la Formula Sae Student».

La iRac-ing sarà equipaggiata con differenziale autobloccante al posteriore e cambio a sei rapporti. Ancora non si sa quale dei componenti del Gruppo Automotive avrà la chance di guidare la vettura durante la competizione, anche se è probabile che l’impresa venga affidata a Matteo Romano: oltre ad essere dottorando a Ingegneria, è copilota di rally, con al suo attivo una serie di vittorie e ottimi piazzamenti in competizioni di alto livello, in coppia col pilota Luca Pedersoli.

Il Gruppo Automotive ha già vinto nel 2012 la competizione Formula Sae Student per la categoria Design con «Progetto Zero», la loro precedente vettura: «All’epoca ero scettico sulla riuscita del progetto - racconta Marco Gadola - e se non fosse stato per l’entusiasmo e la tenacia del mio team di studenti e dottorandi non avremmo partecipato alla competizione. I risultati ottenuti l'anno scorso, però, hanno contribuito nella decisione di imbarcarci in questa nuova e ambiziosa avventura».

Il team ha una lunga e consolidata tradizione di ricerca in ambito automobilistico e può vantare numerose collaborazioni con solide aziende del settore (tra le altre, Dallara, Lamborghini, Bms Scuderia Italia, Rapax Team o Trw Automotive Italia). Quindi, per la qualità del lavoro di progettazione, iRac-ing nasce sotto i migliori auspici. Ma la realizzazione del veicolo pone ancora qualche incognita: «Siamo alla ricerca di aziende disposte a scommettere sul progetto e a investire su di noi fornendo finanziamenti o materiali, oppure contribuendo con la loro esperienza ad affinare le tecnologie del veicolo - concludono -. Abbiamo anche bisogno di nuove leve. Giovani aspiranti ingegneri che possano lavorare, magari per la realizzazione della tesi, al progetto, occupandosi con noi della progettazione della vettura. In cambio, la possibilità di vedere applicate nel concreto le teorie studiate sui libri e un’esperienza unica ed entusiasmante da ricordare».

(Nella foto il team di iRac-Ing: da sinistra a destra Matteo Romano, Daniel Chindamo, Stefano Uberti, Marco Gadola e Michele Cima). Quanto verrà realizzato non è un gioco, ma si traduce in ricerca e innovazione da trasferire nelle aziende che saranno vicine all’idea.

Mc.Ricossa

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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