Scienza

Operazione leone, il re chiede aiuto

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Il re della foresta sai chi è: è un leone maschio come me. In questo brano della canzone «La tana del re» di Adriano Celentano si ascolta uno dei moltissimi riferimenti all'animale che, più di ogni altro, viene utilizzato quale simbolo di maestosità, fierezza, forza e coraggio.
Tra i grandi predatori il leone è uno dei più grandi in assoluto e, tra i felini, è secondo solo alla tigre, potendo raggiungere e talvolta superare, in un individuo maschio, il peso di 250 chilogrammi.
Nonostante la sua imponente massa corporea l'animale è dotato di una grande agilità che gli consente di compiere balzi di notevole altezza e lunghezza, di nuotare, di arrampicarsi sugli alberi e di correre molto velocemente (fino a 75 chilometri orari).
Gli esemplari di sesso femminile sono privi della caratteristica folta criniera e pertanto, essendo maggiormente facilitati a mimetizzarsi, risultano più abili a cacciare le prede: quotidianamente una femmina adulta necessita di circa 5 chilogrammi di carne, mentre un maschio adulto ne consuma 7.
Le prede principali sono rappresentate da grandi mammiferi quali zebre, bufali neri, gnu, gazzelle e impala, mentre antilopi, cervi e cinghiali compongono la dieta dei leoni presenti in Asia.
In epoca odierna infatti il leone si distribuisce non soltanto in diverse zone del territorio africano, ma anche, come pochi sanno, in alcune aree del continente asiatico.
La presenza di questo grande carnivoro della famiglia dei Felidi veniva riscontrata nel Pleistocene superiore, circa 20mila anni fa, in un'area molto più estesa di quella attuale, e comprendeva anche la penisola italiana dove scorrazzava il leone delle caverne (Panthera leo spelaea).
Attualmente il leone si concentra soprattutto nell'Africa subsahariana, dove viene favorito dalla presenza di una serie di aree naturali protette, in parte appositamente istituite e molto frequentate da turisti provenienti da tutto il mondo.
Nella zona nord occidentale dell'India è il Parco di Sasan Gir ad accogliere gli ultimi esemplari del leone asiatico (Panthera leo persica).
Nel suo vasto territorio ricco di diversi ambienti, che copre una superficie complessiva di oltre 1400 chilometri quadrati, assieme a leopardi, sciacalli e coccodrilli ha infatti trovato habitat idonei anche questa specie meno diffusa.
Si tratta dei discendenti di quegli animali combattuti dal re Nabucodonosor che vengono raffigurati nei celebri bassorilievi babilonesi, quantitativamente ridotti in una drammatica e progressiva diminuzione del numero di esemplari fino a raggiungere, con un totale di poche decine di individui, le soglie dell'estinzione. Il ruolo dell'area protetta indiana a favore della conservazione del leone si è realizzato non solo mediante l'attuazione di misure di conservazione dirette, ma anche indirette.
È stata infatti ottenuta una riduzione del disturbo per l'animale trasferendo alcuni villaggi e aree coltivate all'esterno del perimetro dell'area protetta. In questo modo sono state recuperate zone utilizzate per il pascolo da alcune specie erbivore che rientrano nella dieta del leone, favorendo in questo modo la sua permanenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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