Scienza

Nestlé chiede aiuto all'Ente spaziale europeo

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Gli scienziati del Centro di Ricerca Nestlè, in Svizzera, stanno lavorando con l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per creare la «bolla perfetta per i prodotti alimentari».
Gli esperimenti potrebbero aiutare i ricercatori a migliorare la creazione delle bolle d'aria che, introdotte ad esempio nella mousse al cioccolato, nella schiuma del caffè, nei prodotti freschi e nel cibo per animali, permettono di ottenere la giusta struttura o consistenza dei cibi e delle bevande.

La stabilità delle bolle d'aria, spiegano infatti gli esperti, «determina la vita sullo scaffale di un certo numero di prodotti ed è fondamentale per l'esperienza di gusto del consumatore».

Per questo l'azienda «sta seguendo le attività dell'Esa in questo ambito da più di un decennio. Questa è però la prima volta che conduciamo esperimenti a gravità zero, condizione che rende più facile studiare la schiuma perché permette alle bolle di diffondersi uniformemente piuttosto che fluttuare verso l'alto».
In presenza della gravità, invece, la schiuma non è ferma perché il liquido tra le bolle scivola verso il basso e lo strato liquido tra le bolle d'aria, se molto sottile, si può rompere facendola sgonfiare.

Nel dettaglio, su un Airbus A300 sponsorizzato dell'Agenzia Spaziale Europea, gli scienziati Nestlè posizionano sei campioni da 5 millilitri d'acqua e proteine del latte in una macchina speciale che analizza la struttura della schiuma.
Volando a 8500 metri, l'aereo effettua 30 parabole o inclinazioni verso l'alto e verso il basso, creando un'assenza di gravità all'interno della fusoliera.
«L'effetto di questi voli - spiega Cecile Gehin-Delval, scienziata dell'azienda - è paragonabile a quello delle montagne russe. Ogni parabola dura almeno 20 secondi e crea la situazione di gravità zero o assenza di gravità. In questi brevi momenti, studiamo da vicino la proteina del latte per vedere se produce schiuma e per capire quanto sono stabili le bolle».

Nestlè, dice la stessa multinazionale, «è stata la prima azienda alimentare ad usare la ricerca sullo spazio già a partire dalla fine degli anni '80. Nel 1993 i nostri scienziati, con un laboratorio spaziale tedesco, hanno studiato il meccanismo dell'effetto della perdita di massa muscolare negli astronauti su un volo multi-nazione per aiutare a migliorare i prodotti healthcare. Ora saremo i primi ad utilizzare un dispositivo per la produzione della schiuma sulla Stazione Spaziale internazionale, sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea per studiare la schiuma a gravità zero per un più lungo periodo di tempo».
La ricerca avviata in collaborazione fra Esa e Nestlé certamente portare allo sviluppo di nuovi prodotti.

Ricordiamo comunque che la ricerca spaziale ha sempre portato innovazioni importanti nella quotidianità. Facciamo solo alcuni esempi. Il Goretex, ad esempio, è un tessuto nato come componente delle tute spaziali degli astronauti. Oggi è utilizzatissimo nell'abbigliamento, in particolare quello sportivo.

Ma anche il trapano a batteria è stato frutto della ricerca spaziale. È stato brevettato e immesso sul mercato semplicemente per rispondere alle esigenze dell'attività degli astronauti al di fuori delle capsule spaziali, dove spesso occorre intervenire per delle riparazioni o per installare delle nuove apparecchiature.

Parliamo anche dei medicinali. Uno dei problemi più delicati durante la permanenza nello spazio è l'indebolimento della struttura ossea degli astronauti.
Da qui la ricerca che dallo spazio sta facendo passi avanti nella proposta di nuove terapie per contenere gli effetti negativi dell'osteoporosi.

Claudio Venturelli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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