Scienza

Lo scoiattolo rosso «sfrattato» dal cugino grigio

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L'ordine dei roditori è quello che in termini evolutivi tra i mammiferi ha avuto maggiore successo: vi appartengono animali plantigradi a regime prevalentemente vegetariano.
Il nome dell'ordine è di derivazione latina, e si lega alla tendenza degli animali a rodere con i potenti incisivi della mascella e della mandibola, privi di radice e a crescita continua per tutta la vita di ogni individuo.

Gli animali che appartengono a questo ordine evidenziano una straordinaria capacità di adattamento a una grande varietà di habitat, e si distribuiscono dai deserti tropicali alle foreste di pianura, dalle steppe fino agli ambienti di alta montagna. Nella nostra regione e provincia sono diffusi scoiattoli, marmotte, nutrie, quercini, ghiri, moscardini, topi, arvicole, ratti. Altri fattori di successo dei roditori sono le ridotte dimensioni e la grande capacità prolifica.

Nonostante tutte queste caratteristiche favorevoli uno dei più conosciuti appartenenti a questa specie, lo scoiattolo comune europeo, altrimenti noto come scoiattolo rosso, è fortemente minacciato di estinzione. Ma per quali motivi accade questo?
Attentano alla conservazione della biodiversità numerosi fattori, tra i quali uno dei più rilevanti è rappresentato dalla diffusione di specie alloctone. Le specie di diversa provenienza geografica introdotte in nuovi ambienti possono infatti affermarsi in tempi brevi, e talvolta sono in grado di soppiantare quelle locali.

Nel caso dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) la minaccia è rappresentata dallo scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis).

Come distinguere le due specie? Gli individui adulti dello scoiattolo grigio sono più grossi e hanno una corporatura massiccia rispetto agli scoiattoli rossi, la colorazione del mantello è grigia con parti di rosso mattone sulle zampe, sulla testa, sulla coda e talvolta anche sul dorso. Evidenti sono la mancanza di ciuffi auricolari e la presenza di una banda bianca nella parte esterna della coda.

Lo scoiattolo grigio occupa più efficacemente lo spazio e sfrutta in modo migliore le risorse di cibo, comprese spesso anche quelle accantonate dagli scoiattoli rossi. Può raggiungere densità pari a dieci volte quella del nativo, creando subito difficoltà di sopravvivenza e portandolo in modo graduale verso l'estinzione.
La specie d'oltre Oceano ha già causato gravissimi danni a quella nativa in Gran Bretagna e in Irlanda, dove ha confinato lo scoiattolo rosso in un'area pari a un quarto della superficie che occupava un tempo. Un analogo processo di sostituzione sta avvenendo anche in Liguria, Piemonte, Lombardia e Umbria, dove lo scoiattolo grigio è stato introdotto più volte nel corso degli ultimi sessant'anni.

Oltre all'estinzione della specie locale quella esotica può causare anche danni di carattere economico: a subirne gli effetti sono ad esempio alcune piante da frutto, con particolare rilevanza sulla produzione di nocciole. Per evitare l'estinzione dello scoiattolo rosso nel nostro paese, e potenzialmente in un periodo successivo anche in quelli confinanti di Svizzera e Francia, la Regione Lombardia e altre regioni, con il supporto dell'Unione Europea e del Ministero dell'Ambiente, hanno avviato un importante progetto dal titolo «Rosso scoiattolo».

Nel progetto sono coinvolti diverse centinaia di operatori specializzati, ma un contributo significativo può arrivare da tutta la popolazione, collaborando e informandosi sulla fasi attuative e segnalando la presenza di scoiattoli non nativi.
Per la tutela dello scoiattolo rosso va inoltre ricordato che da poche settimane un decreto ministeriale vieta, su tutto il territorio nazionale, il commercio, l'allevamento e la detenzione di esemplari di scoiattoli alloctoni.

Ruggero Bontempi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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