Inquinamento, deforestazione e ignoranza i nemici degli orsi

«Chi ha studiato gli orsi in natura dice che al tramonto si siedono ad osservare il sole, apparentemente estraniandosi da tutto».
(Jeffrey Moussaieff Masson e Susan McCarthy: «Quando gli elefanti piangono»).
Inquinamento, deforestazione, riscaldamento del pianeta, ignoranza, superstizione. Sono questi i nemici degli orsi, i principali fattori che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza e che sono condensabili in una parola sola: l'uomo.
Gli orsi, questi meravigliosi mammiferi che popolano i quattro angoli della Terra, dall'Artico al Sud America, dall'Europa all'Asia meridionale, con la sola eccezione dell'Africa (dove una specie esistente sull'Atlante si è estinta) e dell'Australia (dove non ci sono mammiferi terrestri), sono vissuti tranquilli per centinaia di migliaia di anni, fino a quando non hanno incontrato il loro vero nemico, l'uomo. La storia del rapporto tra uomo e orso è una storia terribile, di caccia, di catture e soprattutto di sevizie e torture. A ciò, negli ultimi decenni, si sono aggiunte la scomparsa degli habitat, l'inquinamento e gli orsi rischiano davvero l'estinzione.
Esistono sette o otto specie di orsi (a seconda degli studiosi) e tutte sono più o meno minacciate. L'orso polare, il panda gigante (che consideriamo una specie di ursidi anche se non tutti sarebbero d'accordo), gli orsi asiatici come l'orso labiato dell'India e l'orso tibetano, detto anche orso della luna, sono quelle seriamente a rischio di estinzione. E il problema è sempre lo stesso, le conseguenza della progressiva antropizzazione delle aree selvagge, la scomparsa dell'habitat, l'inquinamento e le malattie che ne sono una conseguenza, il riscaldamento del pianeta soprattutto per l'orso bianco. Tutti fattori che si sommano all'atteggiamento schizofrenico, pieno di superstizione e privo di scrupoli degli umani nei confronti degli orsi.
Emblematica e tragica è la situazione di uno degli orsi più belli e divertenti, l'orso tibetano o orso dal collare che vive dall'Himalaya al Sud Est Asiatico passando per vaste zone della Cina meridionale. La riduzione dell'habitat e la scarsa capacità di procreare si è aggiunta a secoli di catture a fini ludici perché l'orso della luna è bello e mansueto, e secoli di torture per estrarre dalla loro cistifellea un medicamento che per i cinesi è portentoso. La medicina cinese ritiene che nella bile di questi animali ci siano sostanze dalle straordinarie proprietà terapeutiche, sostanze che però sono contenute anche in alcune decine di piante selvatiche utilizzate da sempre per gli stessi scopi. Ebbene questi orsi vengono catturati e rinchiusi in gabbie piccolissime e sottoposti ogni giorno a un prelievo di bile, per tutta la vita. Ma si può chiamare vita quella di un animale che perde progressivamente l'uso degli arti, che viene nutrito con cibi dannosi che stimolano la produzione di bile e che deve essere privato di artigli e denti perché non tenti il suicidio?
Fortunatamente, ormai da un paio di decenni, opera in Cina e Indocina la Animals Asia Foundation, creata da Jill Robinson, la prima scienziata che si è occupata degli orsi della luna. Sia in Cina che in Viet Nam si è riusciti a far approvare leggi che colpiscono questa pratica crudele e inutile, ma molta strada deve ancora essere fatta perché esistono ancora «fattorie», create negli anni '80 proprio per sviluppare questa inqualificabile attività economica e poi messe fuori legge. Ma solo in teoria, perché esistono ancora centinaia di fattorie che utilizzano nuovi orsi catturati e commerciati illegalmente.
La Animals Asia ha anche un «santuario» in Viet Nam dove vengono curati gli orsi sottratti al mercato della bile, centinaia ogni anno, ma purtroppo è del tutto eccezionale il reinserimento di un esemplare in natura.
Svariati sono i sistemi per aiutare i volontari che si occupano di questi plantigradi, si può anche adottare un orso con 35 euro al mese. Basta chiedere al sito della sezione italiana di Animals Asia: www.orsidellaluna.org.
Alberto Pellegrini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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