Indosseremo tagli tecnologici, filati autopulenti e vestiti a pile
Il mondo della moda strizza l'occhio al futuro. Ora gli scienziati aiutano a sviluppare gli abiti del domani, come un indumento che è in grado di ricaricare lettori Mp3 o esoscheletri che aumentano la forza del possessore.
Gli elementi elettronici potrebbero essere ricaricati semplicemente inserendo «la spina» nella propria giacca: ricercatori australiani stanno progettando capi d'abbigliamento in grado di convertire le vibrazioni prodotte dal movimento di una persona in energia elettrica. Grazie a tessuti conduttivi questa elettricità verrebbe poi immagazzinata in batterie flessibili nascoste nel tessuto.
«Saranno simili a vestiti normali ma avranno capacità straordinarie», ha detto Adam Best, ricercatore del reparto energetico presso l'Australian's Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization. Gli scienziati del Csiro impegnati nel progetto hanno annunciato investimenti per 4 milioni di dollari per proseguire la ricerca. «Questo tipo di tecnologia ha importanti applicazioni anche nel campo militare e potrebbe consentire ai soldati di non avere più bisogno di portare con sé pesanti batterie», ha aggiunto Best. «In sostanza le indosserebbero: non sarebbero costretti a trasportarle».
Oltre ad aiutare i militari questi indumenti potrebbero avere anche applicazioni civili, come l'alimentazione di radio, telefoni cellulari, lettori Mp3 o dispositivi medici (ad esempio per i sistemi di monitoraggio dei segni vitali). Lo stesso effetto potrebbe essere ottenuto grazie a borse ad energia solare.
Intimo e divise sportive potrebbero essere indossate per settimane senza dover essere lavate grazie ad un sistema autopulente sviluppato dagli scienziati che lavorano per l'aeronautica militare Americana. Mediante microonde vengono applicate alle fibre nano-particelle in grado di respingere acqua, olio e batteri.
Materiali avanzati potrebbe anche essere utilizzati come moderne armature. Grazie a filati futuristici costituiti da nanofibre di carbonio si potrebbero produrre divise antiproiettile più resistenti del Kevlar e composti complessi potrebbero portare a caschi leggeri e flessibili che si indurirebbero istantaneamente in caso di incidente.
Non tutti i potenziali tessuti del domani saranno necessariamente frutto dell'alta tecnologia. Per esempio piume di pollo, paglia di riso e altri scarti dell'industria dell'allevamento potrebbero essere trasformati in filati che assomiglino a lana, lino o cotone, contribuendo a ridurre l'uso di petrolio nei materiali sintetici come il poliestere.
Ricercatori presso l'Usda hanno creato la «bio-lucidatura», tecnica che sbianca e digerisce parzialmente la lana smussandone le fibre e grazie al progresso scientifico se ne sta anche sviluppando una qualità che non pruda o si restringa.
Esoscheletri robotici potrebbero agevolare il trasporto di merci e materiali pesanti ed aiutare la deambulazione in soggetti con difficoltà motorie.
Ma non tutte le innovazioni hanno tali obiettivi: nella maggior parte dei casi sarebbero indumenti usati come consolle o riproduttori multimediali in una miscela perfetta di high-tech ed alta moda.
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