Scienza

Il libro della Terra è nel ghiaccio dell’Antartide

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È noto che la storia del clima sulla Terra è racchiusa in buona parte nei ritrovamenti fossili che raccontano come si sono modificate l’atmosfera e le condizioni a contorno che hanno reso possibile l’evoluzione delle specie viventi e degli organismi vegetali.

Da quando l’attività di ricerca si è spinta sulle calotte polari, scienziati e climatologi hanno acquisito informazioni sempre più dettagliate sulle trasformazioni avvenute nel corso dei millenni sul pianeta alle varie latitudini.

L’Antartide si è subito rilevato una straordinaria banca di informazioni, contenute nello spesso strato di ghiacci. Per ricavarle è stata avviata da tre decenni una puntuale campagna di campionamento delle carote di ghiaccio, estratte a grande profondità, che racchiudono piccolissime bolle di aria dei tempi remoti e addirittura resti di organismi viventi, per lo più insetti.

Quanto basta per descrivere la storia paleoclimatica, quantomeno recente. I preziosi archivi naturali della storia climatica e ambientale della Terra, costituiti dai ghiacci delle calotte polari, contribuiscono ad affinare le valutazioni da parte dell’Ipcc, il tavolo internazionale intergovernativo sui cambiamenti climatici.

L’Italia si è ritagliata un ruolo di prima linea mettendo in atto il progetto IPICS-2kyr-Italia, che permette di realizzare perforazioni multiple nella calotta antartica, utili a fornire nuovi dati sulla variabilità climatica negli ultimi 2000 anni.

La più recente attività di campionamento delle carote di ghiaccio, finalizzata alla raccolta di una sequenza paleoclimatica in un sito remoto della Calotta orientale dell’Antartide, si è svolta in circa quattro settimane a temperature di -30°C presso il Laboratorio EuroCold dell’Università di Milano-Bicocca.

Eugenio Sorrentino

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