Scienza

E con smartwatch lo smartphone passa al polso

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Nell’autunno 2013 scatterà l’ora degli... orologi. Mica orologi normali, bensì «smart», che è poi l’aggettivo tecnologico del momento, affiancato al lemma declinato in lingua d’Albione: smartwatch. Orologi intelligenti. Prima di passare a elencare caratteristiche e device dei diversi marchi - alcuni hanno già presentato il loro gioiellino, altri stanno rifinendo gli ultimi dettagli - è opportuno cercare di capire perché si dovrebbe acquistare, e conseguentemente indossare, un apparecchio del genere. Ora, comodi son comodi, non c’è che dire: appollaiati al polso, consentono di verificare abbassando semplicemente lo sguardo la ricezione di sms, promemoria o notifiche di chiamate.

Uno dei segmenti che si annuncia tra i più interessati agli orologi smart è quello degli sportivi, che potranno avere al polso un pratico e immediato strumento di monitoraggio delle prestazioni, dal computo dei chilometri percorsi a passo di jogging al monte calorie consumate in un’ora di attività fisica.

L’orologio, in pratica, avvia un dialogo costante con lo smartphone via bluetooth, e ne riferisce in tempo reale al possessore di entrambi. Nella comunicazione, il telefono funge da cervello pensante, mentre l’orologio rappresenta il braccio (pardon, il polso) operativo. Per il momento, quindi, gli orologi non dovrebbero essere autonomi né sostitutivi del telefono.

Un’innovazione, sì. Per alcuni a metà. Già, perché nel 2008 Microsoft aveva lanciato sul mercato Spot, Smart Personal Object Technology, sistema che consentiva a diversi elettrodomestici di collegarsi via cavo al pc per scaricare informazioni. Una vita lunga un battito di ciglia, in realtà: dopo essere stata accolta come una rivoluzione, la tecnologia è tramontata nello stesso anno di nascita.

Una notizia a metà anche perché Sony è già entrata - per quanto in sordina - sul mercato degli orologi intelligenti, addirittura con la seconda versione dell’apparecchio. Sbaragliando l’attesissimo gioiellino di casa Samsung e gli ancora da venire figli di Apple, Google e Microsoft. In Italia si è imposto I’m Watch, di mano vicentina, che ha battuto i concorrenti internazionali sul tempo con un monitor da 1,5 pollici a partire da 299 euro.

Samsung, dal canto suo, ha presentato «Galaxy Gear» - sulla scorta del successo ottenuto dalla gamma, che ha addirittura strappato a Cupertino la leadership nella vendita di smartphone - all’Ifa di Berlino.

L’arrivo del gadget nei negozi è atteso nelle prossime settimane, con prezzi nell’ordine dei 300 euro. Tra le criticità emerse prima e dopo la presentazione, la durata della batteria, limitata a 24 ore. Un problema che sembra comunque attanagliare tutti gli oggetti smart.

Samsung ha programmato ad hoc la presentazione per adombrare il lancio da parte di Apple dei nuovi Smartphone 5S e 5C, con una mossa che ha scatenato i figli di Jobs alla rincorsa di un mercato che per il solo 2013 annuncia un giro d’affari da 60 miliardi di dollari. I tecnici di Cupertino, secondo indiscrezioni, stanno accelerando i lavori per dare alla luce iWatch entro la fine di quest’anno e non - com’era nelle idee originali della Mela - nel 2014.

Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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