Scienza

Canyon bresciani. La natura dà spettacolo a due passi da casa

Nelle nostre valli ci sono numerosi esempi che evocano la suggestione dei panorami del Nevada, magari in piccolo.
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Quello naturalistico è uno dei settori turistici che ogni anno porta a viaggiare in tutto il mondo milioni di persone, desiderose di ammirare da vicino alcune delle più spettacolari, maestose e rare forme della natura.
Di tali forme e contesti molti sono ospitati sul vasto territorio degli Stati Uniti dove, tra gli elementi più scenografici, valorizzati e tutelati da storici parchi nazionali, si collocano alcuni canyon, quali ad esempio il Bryce Canyon nello stato dello Utah e il celeberrimo Grand Canyon, che già il presidente americano Roosevelt ebbe a definire «patrimonio inalienabile di tutta l'umanità».
Ma se il viaggio oltre Oceano non è alla portata di tutti niente paura: tali morfologie trovano ampia diffusione anche su molte regioni del territorio italiano. La provincia di Brescia stessa racchiude alcune decine di canyon, che offrono diversi motivi di interesse paesaggistico, geologico e di altra valenza.
Quando la cascata arretra
Il canyon può essere descritto come una valle, o solo un breve tratto di valle, caratterizzato da versanti molto acclivi, generalmente percorso da un corso d'acqua (come nella nostra provincia) ma talvolta anche assolutamente asciutto (è il caso di numerosi canyon della Sardegna).
La sua genesi va ricondotta all'arretramento del salto di una cascata o all'azione di un torrente glaciale successiva alla scomparsa di un ghiacciaio, e comunque all'azione erosiva dell'acqua, che si esercita sia mediante una paziente lenta opera di scavo della roccia, sia mediante il trasporto di massi anche di notevoli dimensioni, che avviene soprattutto in concomitanza di intensi eventi meteorologici che generano forti portate. Elementi del paesaggio geologico caratteristici dei canyon sono le cascate, che possono raggiungere anche diverse decine di metri di altezza, e le cosiddette «marmitte dei giganti», pozze di varia ampiezza e profondità generate dall'azione di scavo delle acque che si gettano dall'alto.
Sulla vecchia via Mala
Quali canyon si possono osservare da vicino nella nostra provincia? Partendo dalla Valle Camonica uno dei più conosciuti è quello del Fiume Dezzo tra Angolo Terme e Dezzo di Scalve. L'opportunità di ammirare direttamente la forra è data dal tracciato della vecchia «Via Mala» esterno alle gallerie della strada attuale. Si tratta purtroppo di un tracciato soggetto a franamenti e cadute di massi, che meriterebbe il recupero per garantirne una fruizione in sicurezza, poiché offre visuali di forte impatto emotivo sul tumultuoso torrente che in alcuni tratti scorre anche 80 metri più in basso.
A pochi chilometri di distanza dalla Valle di Scalve, proseguendo in direzione nord dallo sbocco di questa sul fondovalle camuno, si raggiunge a Cogno la profonda forra del Trobiolo, nota anche come «Büs dei Ladrù». Un secolo fa percorrevano il tracciato che si affaccia sull'orrido gli operai che quotidianamente scendevano da Borno e Ossimo a lavorare al cotonificio Olcese: oggi un'escursione interessante lungo le pareti del canyon può avere inizio lungo il sentiero segnalato nei pressi del santuario dell'Annunciata.
Sul lato opposto della Valle Camonica, scavata nella roccia di arenaria rossa del Verrucano Lombardo, si trova la forra del Resio. La lunghissima Valle dell'Inferno, all'interno della quale scorre il torrente, viene attraversata dal faticoso sentiero che conduce fino alla chiesa di San Glisente, più volte affacciato sul canyon e talvolta anche sul fondo di questo.
Nella Valle di Inzino
Spostandosi in Valle Trompia un altro faticoso sentiero, il n. 316 diretto verso il Monte Guglielmo dalla Valle di Inzino, consente di affacciarsi sulla profonda e suggestiva Valle della Lana. In Valle Sabbia la forra più conosciuta è quella del Fiume Caffaro, che segna il confine tra la provincia di Brescia e quella di Trento, scesa integralmente nella sua parte bassa tra Bagolino e Ponte Caffaro solo nel 1999. Questa forra può essere ammirata dal privilegiato punto di osservazione del vecchio ponte di Prada, posto due chilometri più a valle del paese di Bagolino e raggiungibile a piedi in pochi minuti dalla ponte della strada per il Passo Crocedomini.
Ricca di canyon è l'area gardesana, all'interno della quale rappresentano ambiti peculiari del paesaggio. All'interno delle forre del Garda alcuni studi hanno consentito di evidenziare la presenza di una pregiata fauna ittica a salmonidi quali le trote iridea e fario, crostacei quali il gambero d'acqua dolce, anfibi come il rospo comune e la rana agile.
La valle delle Cartiere
Il canyon più conosciuto di questa zona è quello della Valle delle Cartiere a Toscolano Maderno. Le acque del Torrente Toscolano venivano utilizzate fino a mezzo secolo fa a servizio dell'attività di produzione cartaria: oggi gli esiti di un articolato progetto di recupero hanno reso possibile accedere non solo alla storia della valle per mezzo delle strutture espositive del Museo della Carta, ma anche ai percorsi di lavoro degli operai.
Ruggero Bontempi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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