Scienza

Barracuda i predatori che arrivano dai Caraibi

In gergo si chiama «tropicalizzazione del Mediterraneo» e si riferisce al processo di insediamento nel Mare Nostrum di specie provenienti da aree tropicali o sub-tropicali, fauna ittica prima sconosciuta alle acque nazionali.
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In gergo si chiama «tropicalizzazione del Mediterraneo» e si riferisce al processo di insediamento nel Mare Nostrum di specie provenienti da aree tropicali o sub-tropicali, fauna ittica prima sconosciuta alle acque nazionali.
Come il barracuda, grande predatore (soprattutto di pesci e cefalopodi, talvolta addirittura dei suoi stessi piccoli; raramente i barracuda attaccano l'uomo e l'evenienza è circoscritta agli esemplari di grossa taglia) originario del Mar dei Caraibi.
I barracuda del Mediterraneo presentano un ventre argenteo e dorso blu, denti aguzzi e allungati anche sul palato, due pinne dorsali, due pinnette ventrali e una pinna caudale appuntita; lunghi una ventina di centimetri (possono arrivare al massimo a 1 metro, 1 metro e 20), si riuniscono spesso in branco e non superano i 7 chili di peso ciascuno. Loro principali prede, calamari, piccoli pesci e crostacei.
Da qualche anno vengono registrati avvistamenti di barracuda nel Mare di Liguria, il che, oltre che all'innalzamento delle temperature, è dovuto al fatto che la specie tropicale ha individuato nei nostri mari l'ambiente ideale in termini di alimentazione (compete con la spigola, tuttavia cacciatore solitario).
La presenza di barracuda nel Mediterraneo è ritenuta sostanzialmente normale, ma generalmente in zone a sud, la cui temperatura è stata ormai pressoché raggiunta anche da acque più a nord. Di solito non è pericoloso per l'uomo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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