Astronomia. Ritrovate le galassie date per perdute

Astronomi australiani hanno individuato un tipo di galassie che si credeva da tempo estinto nell'Universo, mettendo in dubbio le teorie esistenti sulla nascita delle stelle. Gli studiosi dell'università Swinburne di Melbourne guidati dal professor Karl Glazebrook hanno fatto la scoperta, descritta sull'ultimo numero della rivista Nature, usando due telescopi dell'osservatorio di Siding Springs in Nuovo Galles del sud.
Le galassie sono simili alla nostra Via Lattea, con la loro forma a spirale, eppure producono una quantità di stelle molto maggiore, circa 100 l'anno contro appena una l'anno nella nostra galassia. Sono inoltre molto più turbolente fisicamente. Si trovano a circa un miliardo di anni luce dalla Terra. Anche se questo significa che gli eventi osservati risalgono a un miliardo di anni fa, sono considerate recenti per l'universo, che ha un'età di 14 miliardi di anni.
L'esistenza di galassie di questo genere, scrive il prof. Glazebrook, era nota nella prima fase dell'universo, circa tre miliardi di anni dopo il Big Bang, quando erano piuttosto comuni. Questa però è la prima volta che vengono osservate nell'Universo contemporaneo.
Le stelle si formano quando grandi nebulose di gas collassano sotto il peso della propria gravità e, spiega l'astronomo, una delle teorie più accreditate finora era che la formazione di stelle in questi tipi di galassie fosse dovuta a flussi di gas provenienti dall'esterno.
«Il problema è che queste galassie che abbiamo osservato si trovano nell'universo moderno, dove non ci aspettavamo che il gas primordiale fosse più disponibile, perché avrebbe dovuto essere stato spazzato via in altre galassie», scrive Glazebrook. Questo solleva la questione: da dove viene quel gas? Se non può venire dallo spazio intergalattico, deve esserci un'altra spiegazione.
Un'altra ipotesi è che il gas, piuttosto che scorrere liberamente nelle galassie, si sia raccolto in aggregazioni o in mini-galassie che vengono ingoiate intere.
Questa teoria ha il vantaggio della compatibilità, poiché queste galassie nane si trovano ancora nell'universo moderno.
La violenta natura delle galassie nane che si fondono in una grande, può anche spiegare l'accresciuta turbolenza che la squadra di astronomi ha osservato.
In sostanza, la scoperta degli astronomi indirizza la ricerca verso una ridefinizione delle teorie circa la nascita delle stelle.
Su questo tema ora si apre un dibattito interessante che catalizzerà l'attenzione della comunità scientifica internazionale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato