Scienza

A Friburgo c'è un quartiere tutto alimentato dal sole

Vauban: duemila case, oltre cinquemila abitanti. Un modello di vita ecosostenibile.
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Lo chiamano Sun Ship, Nave solare, per via della forma allungata che ricorda uno scafo, per il tetto piatto su cui si alternano costruzioni come comignoli e per i pannelli colorati che richiamano gli oblò sulle fiancate. È l'edificio più caratteristico del quartiere, il suo simbolo, il biglietto da visita per chi arriva dal centro della città. Magari in visita come turista oppure come architetto, urbanista o ingegnere. Migliaia di persone ogni anno, da tutta Europa, arrivano qui per conoscere da vicino il quartiere ecosostenibile Vauban: duemila appartamenti costruiti con le moderne tecnologie del risparmio energetico. Un quartiere modello, i cui vivono 5.300 persone, con pochissime automobili, tanti giardini e spazi comuni per i bambini e gli adulti.
Tecnologia e urbanistica
Il quartiere Vauban dista un paio di chilometri dal centro di Friburgo, città di 215mila abitanti nel sud ovest della Germania, nel Baden Württemberg, vicino a Francia e Svizzera. Si definisce città solare oppure città verde per la grande attenzione verso il risparmio energetico, l'ecologia, lo sfruttamento del solare. Una città che ha 140mila biciclette, una rete di piste ciclabili lunga 400 chilometri, un esteso ed efficiente sistema di trasporti pubblici «pulito». In questo senso Vauban è il fiore all'occhiello di Friburgo, un esperimento che unisce scienza e tecnologia, architettura e urbanistica, socialità ed economia. Vauban si estende su 38 ettari. Qui fino ai primi anni Novanta c'erano caserme, prima della Wehrmacht hitleriana e poi delle truppe francesi (Vauban, del resto, è il nome dell'architetto militare di Luigi XIV). Dopo l'unificazione tedesca i francesi se ne sono andati e nel 1994 l'area è tornata nella disponibilità del Comune.
Cosa farne?, si sono chieste le autorità cittadine. Un quartiere modello, realizzato con criteri ecologici, nato dal basso: fondamentale, infatti, è stata la sollecitazione e la collaborazione dei cittadini, che hanno partecipato alla progettazione del quartiere. Le prime case sono sorte una decina di anni fa ad opera di cooperative costituite dai futuri residenti.
Abitazioni particolari
Si tratta di abitazioni particolari, di legno e materiale naturale, con larghi balconi e grandi porte finestre dotate di tripli vetri. Case con pannelli solari e fotovoltaici integrati nell'architettura, che quindi diventano tettoie oppure protezione per i balconi. Alloggi a massiccio isolamento termico e a basso consumo energetico; ventilati grazie ad un sistema di scambiatori di calore che assicurano aria fresca a temperatura ambiente anche con le finestre chiuse. La maggior parte della case possiede gruppi elettrogeni alimentati da segatura di legno (pellets), in grado di garantire energia elettrica e riscaldamento domestico. Molte, quindi, generano un più di energia, che viene venduta alle compagnie.
Non è finita: l'acqua piovana, quella della doccia e dei servizi igienici di lavaggio viene raccolta, filtrata ed utilizzata per l'irrigazione; i rifiuti vengono trasformati in compost.
Tutto ciò ha generato un notevole indotto economico. Friburgo è una città universitaria: le facoltà, dunque, stanno sviluppando la ricerca sull'energia solare in collaborazione con le aziende del comparto, moltiplicatesi. Per studiare il caso Vauban arrivano da ogni parte del mondo. Professionisti, ma anche studenti: ogni giorno pulman si fermano davanti alla Nave solare, scaricano giovani incuriositi ai quali le guide spiegano il nuovo modo di abitare. Che non riguarda sole le case, ma anche l'intero quartiere. A Vauban le auto sono una rarità: 70 ogni 1000 abitanti contro le 60 ogni 100 dell'Italia. Le automobili (come le case, del resto) sono spesso in comune. Chi possiede degli automezzi li deposita in due grandi garage all'entrata del quartiere (uno si chiama Solargarage: anch'esso funziona con il solare).
Biciclette, tram, gambe: ecco i mezzi di trasporto verdi usati dai residenti di Vauban. Per la gran parte si tratta di una popolazione giovanile, ceto medio, particolarmente sensibile ai problemi ecologici, culturalmente preparata. Il reddito non è discriminante: una casa a Vauban non costa molto più che altrove; il prezzo di costruzione è solo di qualche punto percentuale superiore all'edizilia tradizionale.
Una scelta di vita
Vivere qui significa fare una scelta di vita. Basta camminare nel quartiere per rendersene conto. Bambini che giocano nei cortili comuni, nei giardini, negli spazi fra le case; abitazioni condivise da più famiglie; pochissimi negozi per i generi di prima necessità; scuole e servizi sociali; tantissime biciclette; corse frequenti dei tram. La città, con i suoi ritmi frenetici (non caotici: Friburgo è ordinata e tranquilla), è vicina: ma a Vauban sembra sia tracciato un confine. Qui ha preso forma un modello nuovo, la testimonianza concreta - dicono gli abitanti - che esiste un'alternativa al consumo del territorio e dell'energia. Una città solare nella città verde.
Enrico Mirani

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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