Oggi si ricordano i santi Gioacchino e Anna

Sui santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria, non abbiamo notizie certe. Quanto conosciamo di loro si deve a testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo (II secolo) e il Vangelo dello pseudo-Matteo, che hanno alimentato la tradizione popolare.
La coppia, ormai in età avanzata, non ha avuto figli: agli occhi dei contemporanei si tratta di un segno che esplicita la mancata benevolenza del Signore. Ad entrambi una visione annuncia però la gravidanza di Anna: nasce così Maria, il cui nome significa «amata da Dio». La devozione per loro ha una prima fioritura in Oriente e penetra in Occidente soprattutto dopo la traslazione, tramite le Crociate, di quelle che erano considerate le loro reliquie.
Sant'Anna è protettrice delle donne incinte ma è anche patrona di lavandai e ricamatrici. Sisto IV nel 1481 ne ha introdotto la festa nel Breviario Romano, fissandone la memoria liturgica al 26 luglio, data considerata il giorno della morte. Nel 1584 Gregorio XIII ne ha poi inserito la celebrazione liturgica nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa. Nel 1510 Giulio II ha voluto invece la memoria di san Gioacchino nel calendario liturgico al 20 marzo; la ricorrenza è stata più volte spostata nei secoli successivi. La riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II ha infine unito i genitori di Maria nella celebrazione che cade in data odierna.
Si festeggiano anche: san Giorgio Preca, sacerdote; il beato Giovanni Ingram, martire; il beato Ugo de Actis, monaco silvestrino.
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