Oggi si festeggia san Paterio di Brescia

Massimiliano La Neve
Si ricordano anche: san Pier Damiani, vescovo; la beata Maria Enrichetta Dominaci, vergine; san Roberto Southwell, martire
San Paterio di Brescia
San Paterio di Brescia
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Chi entra nel Coro delle Monache, nel museo di Santa Giulia, a Brescia, è colpito dall’esuberante decorazione pittorica cinquecentesca a firma di Floriano Ferramola e di Paolo da Caylina il Giovane. Tra i monumenti funebri che lo spazio pure custodisce, ha un particolare valore storico l’«Arca di San Paterio», un sarcofago in marmo di Botticino, risalente alla seconda metà del 1400, voluto per accogliere le spoglie di Paterio, che fu vescovo di Brescia nel corso del VII secolo.

Cosa sappiamo di lui?

Poco, o pochissimo; appare nella cronologia dei vescovi di Brescia. Le ricostruzioni propendono per un episcopato estremamente breve, da collocarsi tra il 604 e il 606 o, in alternativa, in un lasso temporale tra il 630 e 642. In passato, c’è chi ha creduto che Paterio potesse essere un benedettino, forse discepolo di san Gregorio Magno, ma l’ipotesi ha perso nel tempo credibilità.

Il suo nome figura in sei manoscritti che vanno dall’XI al XV secolo; nient’altro è possibile dire sulla figura storica. Il Martirologio Romano lo ricorda in data odierna; nei calendari bresciani la sua celebrazione era in passato stabilita al 25 febbraio, nell’anniversario di una traslazione delle reliquie. A Paterio è stata dedicata la chiesa parrocchiale di Paisco Loveno, in Valle Camonica.

Si ricordano anche: san Pier Damiani, vescovo; la beata Maria Enrichetta Dominaci, vergine; san Roberto Southwell, martire.

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