Scuola

Scuole in rete per insegnare i classici (senza estremismi)

Trentanove licei (tra cui l'Arnaldo), 8 atenei (tra cui la Cattolica) coinvolti nel seminario sulla didattica a Padova
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La scuola italiana è l’unica scuola al mondo in cui uno studente delle superiori, qualsiasi indirizzo scelga, può, con l’aiuto dell’insegnante, accostarsi direttamente al testo autentico, vecchio di 700 anni, di Dante (che a sua volta risale, tramite Virgilio, l’epica e il mito, fino alle origini della cultura, e perciò è parte dell’eredità culturale di tutti gli uomini) e più in generale può, tramite la storia e la storia della letteratura, avere una certa conoscenza delle cause dei processi storici attuali e delle proprie stesse radici culturali ed etiche.

Ma perché questa straordinaria bellezza continui a vivere, è necessario che la scuola sia una comunità educante, dove tutti si mettono in gioco come persone, e la prima materia (e il metodo) è l’umanità, che si insegna e si impara al tempo stesso (i latini dicevano «dum doces, discis», «mentre insegni, impari», e viceversa!); inoltre bisogna che qualcuno, studiando le lingue e la cultura degli antichi, mantenga attivo e costantemente rinnovato, in armonia con il mutare dei tempi, il filo della tradizione tra le generazioni passate e la posterità.

Il seminario di studio. Qui sta il problema, oggetto del seminario di studio «Insegnare i classici - Apprendere competenze», svoltosi a Padova, ospite del Liceo Modigliani, nell’ambito del Progetto «Didattica della lingua e delle letterature classiche (Dlc)», nato per iniziativa di tre insegnanti di lingue antiche: Anna Spata, Giovanni Sega e Odette Sette.

Le sei relazioni e i laboratori «Dlc in classe» spaziavano dalla didattica interattiva, interdisciplinare e multimediale, alla certezza che l’incontro con gli Antichi si compie nella conoscenza diretta delle loro lingue, da tradurre, trasportando un passato irripetibile in un presente sempre nuovo, acquisendo competenze trasversali di decodificazione e ricodificazione di testi complessi (sempre più richieste nei test d’ammissione all’università), per «immedesimarsi in un mondo diverso dal proprio e sentire la sfida del tentativo di riproporlo in lingua italiana».

Metodo induttivo. L’insegnante deve evitare gli opposti estremismi del grammaticismo, tutto regole ed eccezioni, e dell’illusione che latino e greco si imparino parlandoli: occorrerebbero molte più ore di quelle oggi disponibili, e si acquisirebbe una competenza autoreferenziale, chiusa alla sfida virtuosa della traduzione, che richiede invece il metodo induttivo, ormai generalizzato, del passaggio graduale dalla comprensione di brevi frasi semplici, alla conoscenza delle regole fondamentali e del lessico di base, alla lettura degli autori; in questa prospettiva si inserisce anche il Metodo Natura con l’uso induttivo dei libri Oerberg.

Dalle Alpi alla Sicilia. Per il convegno, patrocinato dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto e del Ministero, in pochi mesi sono stati coinvolti, dalle Alpi alla Sicilia, 39 tra licei classici, scientifici e istituti di istruzione superiore con corsi di latino, otto università, l’Associazione Italiana di Cultura Classica e altri enti; la scuola capofila è il Liceo Paleòcapa di Rovigo; la Lombardia è rappresentata da due enti bresciani, il Liceo Classico Arnaldo e l’Università Cattolica di Brescia.

Informazioni sono reperibili sul sito «Dlc Didattica della lingua e delle letterature classiche Usrv» e presso la segreteria del convegno (paleocapa@liceopaleocapa.it ).

 

 

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