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Università-Sia, intesa sugli sconti per i mezzi pubblici

La convenzione riduce del 20-25% i costi degli abbonamenti per i bus extraurbani degli studenti in corso
UNIBS E ARRIVA PER LA MOBILITA'
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Lasciare l’auto a casa per sfruttare i mezzi pubblici. A partire dal mese di settembre gli studenti dell’Università degli Studi di Brescia avranno un incentivo in più per farlo. Grazie alla convenzione stipulata fra l’Ateneo bresciano e l’azienda di trasporti Arriva Sia, anche i servizi di linea extraurbani proporranno uno sconto dal 20% al 25% per gli studenti in corso.

«L’Università è attenta da anni alla mobilità sostenibile - ha detto il rettore Maurizio Tira - con un piano strategico che incentiva all’utilizzo del mezzo pubblico. Questa convenzione ci permette di allargare la nostra area d’azione». La riduzione sul prezzo, calcolata in 100 euro, sarà applicata esclusivamente agli abbonamenti annuali integrati (ovvero quelli che includono bus e metro): sarà necessario compilare un modulo, reso disponibile sul sito arriva.it, nelle biglietterie delle autostazioni o all’Ufficio commerciale di Arriva Sia in via Cassala 11 in città. Dopo la compilazione del modulo, gli studenti riceveranno a casa la Moveme Travelcard con la quale acquistare l’abbonamento: «È un’iniziativa lodevole - ha commentato il vicepresidente Arriva Sia, Ambrogio Benaglio -. Spesso si pensa che il pullman sia esclusiva dei ragazzi e di chi non può permettersi un’auto. Il trasporto pubblico, invece, è il futuro. Dobbiamo educare i giovani al rispetto dell’ambiente e delle nostre città».

L’Università contribuisce alla convenzione con 60mila euro, mentre Arriva Sia con 20mila euro: «Ma questo è solo l’inizio - ha spiegato Ambrogio Benaglio - . Siamo disposti ad aumentare il nostro apporto a livello economico. Crediamo che l’iniziativa sarà un successo, per questo abbiamo già in previsione di allargare la convenzione anche per gli abbonamenti mensili».

Dati alla mano, infatti, il trend degli studenti che utilizzano i mezzi pubblici è in crescita: dai 1400 nel 2015-2016 si è passati ai 1700 dell’anno successivo, fino ai 2000 del 2017-2018, mentre nell’anno accademico appena concluso si è arrivati a quota 2250. 

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