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Partita a tre per il ruolo di rettore dell'UniBs: Baronio, Castelli e Regasto

Le candidature per il dopo Tira si chiudono giovedì, a settembre si vota. Corpo elettorale mai così ampio
Il rettorato in piazza Mercato - © www.giornaledibrescia.it
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I candidati al momento sono tre. Ma soltanto uno di loro potrà diventare «magnifico». Entrano nel vivo le elezioni in Università Statale, dove la presentazione delle candidature a rettore si chiuderà a fine mese. Giovedì prossimo potremo finalmente disporre in via ufficiale dei nomi di coloro che ambiscono a succedere per i prossimi sei anni a Maurizio Tira, l’attuale numero uno dell’ateneo che, lo ricordiamo, non può ricandidarsi poiché il mandato è unico.

Per ora a uscire allo scoperto (ma non pochi scommettono che non vi saranno ulteriori candidature) sono stati, in rigoroso ordine alfabetico, Fabio Baronio, Francesco Castelli e Saverio Regasto. Dunque: un ingegnere, un medico e un giurista.

I candidati

Baronio è attualmente direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione. Tra il 2007 e il 2012 è stato membro del consiglio di amministrazione dell’UniBs. Successivamente, nei periodi 2012-2015 e 2020-2024, è entrato in Senato accademico. È membro della Società italiana di elettromagnetismo, dell’Optical society of America, dell’Institute of electrical and electronics engineers, dell’Istituto nazionale di ottica e del Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni. È stato anche assessore ai Lavori pubblici al Comune di Flero, guidato dal centrodestra, dal 2016 al 2020.

Castelli rappresenta un po’ la continuità con Tira, dal momento che è prorettore vicario. Professore ordinario di Malattie infettive, è pure titolare della Cattedra Unesco «Training and empowering human resources for health development in resource-limited countries» e delegato del rettore per i rapporti con la Asst Spedali Civili. La stessa Asst in cui è direttore della Unità operativa complessa di malattie infettive e direttore del Dipartimento di Medicina. È anche membro del Comitato tecnico scientifico per la infezione Covid-19 della Regione Lombardia.

Regasto invece ci riprova dopo la sconfitta al ballottaggio sei anni fa contro Tira. Professore ordinario dal 2008, insegna attualmente Diritto pubblico comparato e Diritto pubblico dei Paesi islamici nel Dipartimento di Giurisprudenza e Istituzioni di diritto pubblico nel Dipartimento di Specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche e sanità pubblica. È stato direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche dal 2010 al 2012 e direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dal 2012 al 2017. È anche Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica.

Dove e quando

Il voto avverrà nell’unico seggio allestito in via Gramsci 17 (cosa che ha generato qualche polemica per la scomodità rispetto ad alcune sedi): la convocazione è per il 7 settembre e si procederà immediatamente allo scrutinio. Nel caso in cui nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, il corpo elettorale sarà riconvocato il 19 settembre. Il ballottaggio, se si renderà necessario, è fissato per il 28 settembre. E a quel punto sicuramente sapremo chi succederà a Tira, che resterà comunque in carica fino al 31 ottobre.

Non è semplice naturalmente fare pronostici, tanto più che è cambiata la composizione del corpo elettorale, che mai è stato così ampio. Tra le file del personale tecnico amministrativo infatti la possibilità di votare viene riconosciuta a tutti e non più solo ai componenti del comitato partecipativo. Il voto del Pta peserà individualmente soltanto 0,15 punti, ma la sua forza complessiva è di una settantina di punti.

Dell’elettorato attivo fanno parte anche professori ordinari (il loro voto vale 1 punto), professori associati (1 punto), ricercatori di ruolo (1 punto), ricercatori a tempo determinato (1 punto per quelli di tipo B, 0,6 per quelli di tipo A): in tutto hanno una forza di oltre 600 punti. Ci sono poi i rappresentanti degli studenti. Questi ultimi detengono un buon gruzzolo di voti (una cinquantina di punti) e non è un caso che siano già stati corteggiati dai candidati.

In particolare il voto di coloro che siedono in Senato accademico, Cda e Nucleo di valutazione vale 2 punti (più di un professore ordinario dunque), quello dei membri delle Commissioni paritetiche 0,6. Nel complesso una cinquantina di punti (oltre 37 dei quali nelle mani della lista di maggioranza Studenti Per), che potrebbe trasformare gli studenti in ago della bilancia in caso di arrivo in volata: alla scorsa tornata Tira vinse infatti per meno di 12 punti.

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