Scuola

Per l’Itis Castelli rinnovato il laboratorio di meccanica

La fondazione e sponsor raccolti in cordata creano una struttura moderna e funzionale per lo studio
Il laboratorio. Uno scorcio dei torni paralleli installati nell’ampia sala
Il laboratorio. Uno scorcio dei torni paralleli installati nell’ampia sala
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Se il benessere di una società si costruisce anche grazie alle sue aziende la forza di un’impresa è data da chi ogni giorno la anima. Dove questi due aspetti s’incontrano, bene comune e lavoro, è inevitabilmente la scuola, il luogo dove c’è direttamente in ballo il destino del Paese. A Brescia uno dei punti di riferimento educativi è senza dubbio l’Iss Castelli, punta di diamante della formazione tecnica nostrana è fulcro di uno sforzo combinato destinato ad essere esempio per il futuro.

Il laboratorio. La Fondazione Istituto Tecnico Benedetto Castelli, in collaborazione con la dirigente scolastica Simonetta Tebaldini e con il supporto concreto di diversi attori economici del territorio (la fondazione Comunità Bresciana, i fondi Moretti, Streparava, Ghial, Benedetti, Torchiani, Marniga, Orma, Lions Club Brescia Host e le aziende Automazioni Industriali, Palazzoli, Lomopress, Ghidini Rock, Franchi e Kim Vernici, Utensileria Stefanini, Tamburini Group, Tramag, Impianti elettrici Tecnosoluzioni, Tinteggiature Giorgio Sorsoli, Torchiani e Ghial), hanno completamente rinnovato il laboratorio di Officina meccanica della scuola. Uno sforzo congiunto del valore di 200 mila euro, un segno concreto della volontà di investire sui giovani. Le realtà economiche guardano infatti con grande attenzione all’universo formativo, bisognose come sono di trovare operatori preparati a gestire la trasformazione digitale.

«Il nostro unico cruccio è che non sforniamo un numero elevato di addetti per le imprese - ha spiegato Tebaldini, che dirige un istituto di oltre 2.200 ragazzi -. Per cambiare lo stato delle cose bisogna convincere giovani e famiglie che le fabbriche di oggi non sono come le fonderie degli anni ’30».

L’innovazione. Esempio di questa nuova idea di concepire lo stabilimento è proprio l’officina del "Castelli", pulita, luminosa, con i macchinari (14 torni e due centri lavoro) tirati a lucido, e «in futuro aggiungeremo sicuramente altri strumenti» ha annunciato il presidente della Fondazione "Castelli" Giuliano Baglioni. Lo stesso Baglioni, alla presenza di tanti rappresentanti del mondo imprenditoriale e del sindaco Emilio Del Bono, ha poi svelato quella che fino all’ultimo è stata la sorpresa. «Abbiamo voluto intitolare l’officina al fondatore della Metalwork Erminio Bonatti scomparso recentemente - ha spiegato dinanzi alla targa in suo onore il numero uno della Automazioni Industriali -, tra i padri della "Fondazione Castelli" e per tutta la sua vita sempre molto vicino al mondo educativo».

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