Scuola

Dopo la maturità il buio: la metà non sa cosa fare

Soltanto il 48% dei liceali ha già deciso. Uno su dieci sarà «cittadino inattivo»
Caos. Incertezze dopo le Superiori - Foto © www.giornaledibrescia.it
Caos. Incertezze dopo le Superiori - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Nuove notizie allarmanti dal mondo della scuola italiana. Ad oggi, infatti, appena il 48% dei neo diplomati ha già scelto cosa fare dopo la scuola. E solo i liceali alzano la media del dato statistico. La prima opzione resta l’università, ma 1 su 10 si prenderà un anno sabbatico.

E la stessa percentuale ha deciso che andrà all’estero per studiare o lavorare. Sono i risultati di un sondaggio di Skuola.net su 1.500 studenti che hanno appena concluso gli esami. Dunque gli studenti italiani appaiono sempre più spaesati, quando devono decidere del proprio futuro.

Un’ulteriore conferma, d’altronde, viene da chi dovrebbe avere le idee abbastanza chiare: i neo diplomati. Nonostante gli esami siano appena finiti, è già tempo di capire che strada intraprendere subito dopo l’estate. Oltre la metà dei «reduci» della maturità 2018 ancora non sa cosa vuole fare: appena il 48% degli studenti, infatti, dice di avere un progetto in mente.

Un dato ancora peggiore solo rispetto a dodici mesi fa, quando erano circa 2 su 3 quelli che dicevano di aver già deciso. In ogni caso, l’opzione più gettonata resta quella di proseguire gli studi. Ad oggi il 60% sembra orientato verso l’immatricolazione (il 76% nel caso dei liceali).

Come prima scelta, si dividono la posta i corsi di area medico-sanitaria (18%) e quelli di matrice umanistica o linguistica (18%). Subito dieteo le facoltà ingegneristiche (14%). Sotto il 10% tutte le altre. Per 6 matricole su 10 l’università sarà pubblica, perché ritengono che dia una preparazione migliore.

Per il 17%, invece, sarà privata per gli stessi motivi. Il restante 23% vorrebbe iscriversi in un ateneo privato, ma le sue finanze non glielo permettono e dovrà così ripiegare sulla statale. L’alternativa più valida all’università resta sicuramente quella del lavoro immediato: lo pensa il 15% dei neodiplomati, ma c’è anche chi valuta altri scenari: l’8% sembra tentato dal trasferimento all’estero per studio o per lavoro. Ma soprattutto c’è chi rinuncia in partenza a qualsiasi sogno: 1 diplomato su 10 potrebbe diventare presto un Neet (ovvero chi non studia né cerca lavoro); il 9%, infatti, dichiara di volersi prendere un «anno sabbatico». Il 53% si lascerà trasportare dalle proprie inclinazioni e passioni, il 22% baderà di più al sodo scegliendo in base alle prospettive occupazionali future, un quarto (25%) continua ad ascoltare i consigli dei familiari.

Difficile, invece, che nella scelta finale ci sia lo zampino delle attività di orientamento svolte a scuola: il 36% dice che l’istituto non ne ha organizzate e, tra chi le ha potute utilizzare, appena 1 su 4 le ha giudicate utili. Più fiducia, semmai, negli open day organizzati dalle università: ad ogni mod 3 maturati su 4 raccoglieranno informazioni direttamente dagli atenei; il 49% lo ha già fatto, il 27% lo farà presto.

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