Scuola

Buona Scuola, bocciata la «chiamata diretta» dei docenti

Si ritornerà ad assegnare le sedi ai docenti mediante graduatoria utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento
Si ritorna alla graduatoria - Foto © www.giornaledibrescia.it
Si ritorna alla graduatoria - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Cade uno dei cardini della Buona Scuola, la «chiamata diretta» dei docenti da parte dei presidi. Con un accordo sottoscritto ieri dal Ministero dell'Istruzione e da Cgil, Cisl, Uil e Gilda il contestato istituto verrà abrogato con il primo provvedimento utile. Si ritornerà ad assegnare le sedi ai docenti mediante graduatoria utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento. 

Si cancella uno strumento caratterizzato «da eccessiva discrezionalità e da profili di inefficienza», afferma il ministro dell'istruzione Marco Bussetti. La copertura dei posti disponibili avverrà prioritariamente con personale che ha ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dall'art. 13 del Contratto Nazionale sulla Mobilità; poi la copertura dei posti residuati col restante personale.

Il personale in ruolo, presentando domanda a partire dal 27 giugno tramite Istanze On Line, indicherà la scuola da cui partire. Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell'ambito. Queste operazioni saranno concluse entro il 27 luglio. Anche per il personale neoimmesso in ruolo si seguirà il punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento. L'assegnazione della sede di incarico avverrà contestualmente all'assegnazione dell'ambito di titolarità.

«L'accordo prevede che le operazioni avvengano attraverso una procedura trasparente e oggettiva gestita dagli Uffici Scolastici Territoriali» chiariscono i sindacalisti. «Si pone rimedio ad alcune delle più evidenti criticità della legge 107/2015, superando una modalità inutilmente farraginosa che già per effetto dei contratti sulla mobilità era stata resa del tutto residuale». 

Critici sullo stop invece i dirigenti scolastici. Secondo Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, l'istituto della chiamata diretta era positivo perché consentiva di scegliere i docenti più adatti per l'offerta formativa della scuola e le esigenze dei ragazzi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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