Scienza

Henning Brand che studiò la pipì

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Gli alchimisti bruciarono, distillarono e fusero ogni sorta di sostanza pur di scovare la Pietra Filosofale, che aveva il potere di trasformare ogni metallo in oro.
Anche Henning Brand (1630-1710), mercante e alchimista tedesco, si cimentò in tale impresa: pensava che ci fosse un legame tra l'oro che stava cercando e il liquido aureo prodotto dall'uomo, l'urina.
Nel 1669 Brand bollì circa 5.000 litri di urina per poi distillarla: notò che il vapore presentava un bagliore luminoso e anche la materia ottenuta dalla condensa brillava dello stesso scintillio. La «sostanza», che venne chiamata fosforo (dal latino phosphorus, portatore di luce) suscitò grande meraviglia nell'alchimista: era un prodotto umano e la luce che emanava aveva un che di divino.
Ma qual è il processo chimico che fa apparire il fosforo? L'urina contiene fosfati (composti di fosforo e ossigeno): in presenza di grandi quantità di calore, l'ossigeno reagisce liberando fosforo sottoforma di gas.
Per lungo tempo questo elemento fu considerato un divertimento da laboratorio, ma circa cento anni dopo la sua scoperta, gli svedesi Carl Sheele e Johan Gahn trovarono che è il maggior componente delle ossa. E forse non tutti sanno che, grazie a questo elemento, abbiamo potuto vedere film, documentari e spettacoli a colori. Nei «vecchi» televisori il tubo catodico sparava gli elettroni sullo schermo; questo era ricoperto da uno strato di fosforo che si illuminava e formava così le immagini.
Brand, da bravo alchimista qual era, tenne segreta la sua «ricetta», sperando di diventare ricco producendo oro. Non riuscì nella sua impresa, ma il suo rimane comunque uno dei primi esperimenti documentato per iscritto che portò alla scoperta di un nuovo elemento.

c. bel.

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