Scienza

Coronavirus: «Si sperimenti l'Avigan anche a Brescia»

Ad auspicarlo il professore Castelli del Civile: «Il nostro ospedale, suo malgrado, è tra quelli con più pazienti al mondo»
"AVIGAN" TRA LUCI E OMBRE
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Il principio attivo si chiama Favipiravir, anche se ai più è conosciuto come Avigan, il nome commerciale del farmaco messo a punto e commercializzato in Giappone, con dimostrata efficacia terapeutica sui virus a RNA e del quale ora viene proposto l'utilizzo anche per la cura del Covid-19.

La sperimentazione compiuta sin qui in Giappone su persone colpite da Covid-19 è stata frammentaria e non conclusiva, spiega il professor Castelli, direttore dell'Unità di Malattie Infettive degli Spedali Civili di Brescia, perché non è stata portata avanti in modo controllato. Però è vero che un gruppo di pazienti trattati con favipiravir ha mostrato significativi miglioramenti rispetto ad altri.

Data l'emergenza che si sta verificando in Italia, Aifa ha dato comunque il via libera alla sperimentazione del favipiravir anche nel nostro Paese. Una volta che il protocollo verrà messo a punto e ci sarà l'approvazione del comitato tecnico scientifico dello Spallanzani, aggiunger Davide Caparini, consigliere Aifa, si potrà procedere.

In questo momento si stanno dunque mettendo a punto modalità e procedure. Attenzione puntata in ogni caso anche sui potenziali effetti collaterali del farmaco

Ci vorranno comunque tempi tecnici ineludibili, continua il prof. Castelli, e non è detto che i risultati arrivino in tempo per consentire un utilizzo di questo farmaco su larga scala

Sicuramente, conclude Castelli, l'Ospedale Civile è uno dei primi al mondo suo malgrado per numero di pazienti ricoverati e comprenderlo nella sperimentazione sarebbe dunque auspicabile.

 

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