«Puntare su banda larga, greenway, tipicità e cultura»

Dalla realtà esistente alle azioni per creare nuovo lavoro e sviluppo sostenibile: i risultati della ricerca Valli Resilienti
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Lo studio della realtà esistente, ma anche azioni concrete sul territorio. Il progetto AttivAree sulle Valli Resilienti (vedi www.attivaree-valliresilienti.it), all’insegna dello slogan «Nuova vita per le aree interne», prevede una serie di interventi. Lo scopo è evitare l’impoverimento di queste zone costruendo un modello di economia sostenibile, che garantisca anche la coesione sociale. Quattro i principali campi di azione: fruibilità (Valli Smart), relazioni (Valli solidali), identità (Valli Collaborative), ambiente (Valli Viventi). Vediamo.

La fruibilità riguarda in particolare i collegamenti digitali, dunque la possibilità di «aprirsi». In Valsabbia la banda larga è già una realtà, nell’alta Valtrompia no. Il progetto prevede proprio la sua estensione in questi Comuni: «Il primo lotto dei lavori - ha annunciato il presidente della Comunità montana, Massimo Ottelli - sono stati appaltati». Valli Solidali ha una forte impronta sociale per stimolare la partecipazione, il senso di comunità, la responsabilità reciproca. Tre i filoni di impegno: turismo solidale ed accoglienza, negozi di vicinato, prodotti locali solidali.

Valli Collaborative si propone di riscoprire gli elementi identitari, culturali, produttivi delle due alte Valli. Si pensa alla collaborazione fra pubblico e privato per (ri)attivare le risorse del territorio. Due esempi: la Centrale idroelettrica di Barghe e la Rebecco Farm a Lavone di Pezzaze. Infine le Valli Viventi. L’intervento principale è la Greenway, la pista ciclabile che unirà Brescia (partendo dalla stazione ferroviaria) alla parte alta delle due Valli, un percorso con tre circuiti (mountain bike, slow bike, road bike) per intercettare le nuove forme di turismo sostenibile legate allo sport, alla natura, alla cultura ambientale. Un progetto che sfrutterà la vicinanza di due aree straordinarie di richiamo turistico, come il Sebino e il lago di Garda.

Tutto ciò significa investimenti pubblici e privati. Ma anche sviluppo di nuove imprese sociali, cooperative, di rete. Accanto alla valorizzazione dei punti di interesse storico, culturale, naturalistico, enogastronomico. Le due aree vantano tipicità straordinarie, che attendono di essere fatte conoscere e diffuse. Le istituzioni, gli enti locali, la Fondazione Cariplo sono impegnati a dare corpo al progetto. «Bisogna crederci», è stato detto l’altra sera durante la presentazione. Bisogna crederci e darsi da fare. Un appello rivolto soprattutto ai giovani.

 

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