Il tour di Qualità della vita fa tappa a Verolanuova

Centinaia di studenti con i loro docenti riuniti per ascoltare (e partecipare con le domande) al dibattito sulla Qualità della vita
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AA

Quando Marwa (si pronuncia Marua), accompagnata alla chitarra dal prof. Stefano Anni, conclude l’Hallelujah, parte l’applauso dell’auditorium. Davvero brava nell’interpretazione di Leonard Cohen, degno finale di una mattinata speciale all’Itc Mazzolari.

Centinaia di studenti con i loro docenti riuniti per ascoltare (e partecipare con le domande) al dibattito sulla Qualità della vita a Verolanuova, prima classificata della nostra ricerca. La nostra ricerca ha debuttato in un istituto superiore, in punta di piedi, ospite della dirigente Paola Bonazzoli, con l’obiettivo di presentare agli adulti di domani la realtà del territorio in cui vivono. Perché possano essere più coscienti nelle loro scelte, quelle di ogni giorno e quelle del futuro, ad esempio in ambito lavorativo.

Sul palco il sindaco Stefano Dotti, il nostro vice direttore Gabriele Colleoni, il direttore della filiale di Ubi Banca Teresa Ruggeri, stimolati dalle domande del vice caporedattore Claudio Venturelli. In più, la visita a sorpresa di Samuele Alghisi, sindaco di Manerbio e presidente della Provincia, l’ente da cui dipendono la formazione professionale e l’edilizia scolastica nelle superiori. «Scuola e lavoro, livello di istruzione e possibilità di occupazione sono strettamente connessi», ha ricordato Colleoni. È importante conoscere le opportunità del territorio e la sua struttura produttiva.

Verolanuova, dopo gli anni del grande sviluppo, dopo la caduta e la crisi, ha ritrovato una sua stabilità economica. Può vantare buoni livelli di occupazione ed imprese dinamiche con una forte propensione all’innovazione. «L’Amministrazione comunale - parole del sindaco - cerca di aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro. Ad esempio attraverso l’Informagiovani e l’orientamento, per indirizzarli. Cerchiamo di fornire strumenti per approcciarsi nella maniera giusta».

Un impegno che tocca anche Ubi. «Oltre ai prodotti bancari per i giovani e gli studenti - ha sottolineato Teresa Ruggeri - c’è la nostra attività nelle scuole per l’educazione finanziaria, la formazione economica, l’alternanza scuola-lavoro». Una semina per un istituto come Ubi che vuole restare ancorato al territorio. Del resto, «è nostro interesse - ha proseguito Ruggeri - favorire la nascita di start up. Certo, bisogna che i giovani presentino progetti credibili e meritevoli, avendo l’intelligenza di rinunciare quando invece non sono sostenibili».

Verolanuova è risultata al primo posto nella nostra ricerca fra i 46 Comuni bresciani più popolosi. Grazie, soprattutto, alla buona qualità dell’aria e dell’ambiente; al limitatissimo consumo di suolo; alle tante opportunità per il tempo libero sorrette dal forte volontariato, dalla diffusa pratica sportiva, dall’alta spesa comunale per la culturale e lo sport; al buon tenore di vita; agli ottimi servizi. Un capitolo, quest’ultimo, molto caro al sindaco. «Verolanuova - sono parole di Dotti - ha saputo mantenere una centralità importante, difesa strenuamente».

Agenzia delle entrate, Compagnia dei carabinieri, distaccamento dei Vigili del fuoco volontari, due scuole superiori, il Centro professionale, gli impianti sportivi, i servizi sanitari: tutti elementi che fanno da calamità anche per i paesi intorno. «Abbiamo servizi, ospitati in edifici comunali, per il doppio della popolazione», ha sottolineato Dotti. «Pensate cosa potrebbe significare avere un Comune più grande, che sinergie si potrebbero sviluppare». Lo sguardo si rivolge innanzitutto verso Verolavecchia. Ma sono discorsi teorici.

Più realistica la possibilità, auspicata da Colleoni, «che i Comuni smettano di farsi concorrenza in favore della collaborazione. Magari formando consorzi, mettendo in rete le proprie energie». Uno dei dati significativi della nostra ricerca riguarda il consumo di suolo. Verolanuova, fra il 2012 e il 2017, ha occupato solo 0,64 ettari. I paesi in cui si è costruito ancora meno, fra i 46 considerati dall’indagine, sono Sarezzo (0,27 ettari), Villa Carcina (0,58) e Lumezzane (0,61). «In questi ultimi anni - ha valutato il sindaco - abbiamo riconvertito diverse aree industriali dismesse». Proprio questo è uno dei problemi del futuro. Verolanuova sconta l’esistenza, nel tessuto urbano, di vaste superfici non più produttive in attesa di nuova destinazione. Una questione che chiama in causa il Comune, ma anche l’iniziativa privata e il mercato immobiliare.

Un altro tema delicato è quello idrogeologico. Sono 405 le persone considerate a rischio alluvioni. Il fiume Strone, ma anche il reticolo idrico minore. «Siamo intervenuti costruendo delle vasche di laminazione nella zona industriale e con vari lavori sulle rogge», ha spiegato il sindaco. Di fronte ad una platea di ragazzi, inevitabile parlare di una accentuata debolezza di Verolanuova: l’invecchiamento. La faccenda, è noto, riguarda tutta l’Italia, ma nel caso specifico è una fonte di maggiore preoccupazione che altrove. Verola registra ben 162 over 65 ogni 100 under 15. È uno fra i dieci rapporti peggiori nella ricerca sulla qualità della vita. Di contro, il tasso di natalità (7,2 nati per mille abitanti) è piuttosto basso. Cifre su cui si deve riflettere sapendo, come abbiamo detto, che la situazione è drammaticamente comune a tutta l’Italia.

«Il primo posto di Verolanuova nella graduatoria finale è un motivo di orgoglio per la Bassa», ha commentato Samuele Alghisi senza remore campanilistiche. La sua Manerbio si è piazzata sesta. Da queste parti, nella pianura centrale, si vive mediamente bene.

 

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