Economia

Pnrr, 2,2 miliardi per le comunità energetiche rinnovabili

Il provvedimento mira a installare in Italia 2mila Mw di capacità elettrica
Eolico e fotovoltaico - © www.giornaledibrescia.it
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Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contempla uno stanziamento di 2,2 miliardi di euro per le comunità energetiche rinnovabili e i sistemi di autoconsumo collettivo. L'investimento mira ad installare circa 2mila Mw di nuova capacità di generazione elettrica in configurazione, distribuita da parte di comunità delle energie rinnovabili e auto consumatori.

Le Cer vanno sostenute in quanto coalizioni organizzate di utenti che collaborano tra loro per fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, mediante un sistema di produzione, consumo e gestione che utilizza uno o più impianti locali. Avranno un ruolo fondamentale nella transizione green e nel traghettare l'intera nazione verso uno degli obiettivi più ambiziosi, la decarbonizzazione.

Il Piano nazionale integrato per l'Energia e il clima ha come goal quantificabili, il 56% di emissioni nel settore della grande industria, il 35% di emissioni nel settore terziario, trasporti terrestri e civili e 30% obiettivo rinnovabili.

E si legge, nella Missione 2 del Pnrr (Rivoluzione verde e transizione ecologica), che le Cer «contribuiscono attivamente alla transizione verde e allo sviluppo sostenibile del Paese, favorendo l'efficienza energetica e promuovendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili». Le Comunità energetiche hanno una triplice finalità: ambientale, economica e sociale. I vantaggi economici consistono nel risparmio sulle bollette, incentivi per l'auto-consumo e agevolazioni fiscali per la costruzione di impianti.

Sotto il profilo ambientale, il Pnrr punta sulle Cer per riuscire a produrre un quantitativo di energia di circa 2.500 GWh all'anno, il che potrà consentire di evitare l'emissione di 1,5 milioni di tonnellate di Co2 nel medesimo arco temporale. Vi sono anche benefici sociali: le Comunità energetiche si pongono come "alleate" dei territori, non solo per il traguardo dell'indipendenza energetica a livello locale, ma anche perché promuovono lo sviluppo di forme di partecipazione attiva da parte dei cittadini ed azioni di sostegno economico, tecnologico e occupazionale.

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