Economia

Si spinge per la proroga al 2023: nei prossimi mesi la risposta

Nel Parlamento convergenza ampia. Ma resta il «freno» dei costi e c’è l’incognita Ue
Il superbonus spinge il settore dell’edilizia
Il superbonus spinge il settore dell’edilizia
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Un po’ è stato allungato, un po’ di complicazioni restano, e ancora un po’ si spinge perché ai sei mesi pieni di lavori in più per avere il 110% di credito fiscale se ne possano aggiungere almeno altri 12 cosicché il Superbonus arrivi a fine 2023. Non sarebbe il 2025 auspicato da alcuni, ma la fine del ’23 sarebbe almeno un orizzonte giusto quanto basta per programmare i cantieri e gli uffici con qualche calma in più. In aggiunta, si potrebbe osservare, in fondo di tre anni pieni si tratterebbe, visto che lo scorcio 2020 se n’era andato per capire l’abc (complicato) della legge.

Vedremo ovviamente come andrà alla luce della risoluzione presentata alla Camera dei Deputati, che fa il punto della situazione ad un anno circa dall’entrata in vigore della legge Superbonus e alla luce delle possibili osservazioni che potranno arrivare dall’Europa che stanzia pur corposi sostegni al risparmio energetico e per la decarbonizzazione ma, come si intuisce, i sostegni non possono essere né infiniti nelle quantità né illimitati nel tempo. Ripeto: vedremo.

La risoluzione parlamentare accennata fa il punto su stato dell'arte e criticità della legge rilevate nel corso di questo primo anno di applicazione e chiede al Governo uno sforzo aggiuntivo. La lettura della risoluzione è interessante perché fornisce una sorta di panoramica e di valutazioni ragionate su pregi e limiti del provvedimento, suggerendo alcune modifiche.

Dall'esame dei dati di monitoraggio forniti da Enea e dal Ministero dello sviluppo economico, emerge che la stima annua dei lavori messi in campo sarà pari ad almeno 3,6 miliardi di euro. Un dato sottostimato se si considera che il mese di febbraio (preso a campione) non rappresenta un mese di piena operatività dei lavori dei cantieri edili. Inoltre, i dati pubblicati non considerano pienamente gli interventi sui condomini, i quali alla luce della loro complessità, scontano maggiori difficoltà nella partenza dei lavori rispetto agli interventi che insistono su singole unità immobiliari.

Ma non solo. Come evidenziato nella risoluzione, le maggiori criticità non sarebbero solo tecniche ma riguarderebbero in particolare l'intera normativa che regola tutto il superbonus. Molti aspetti attuativi delle norme che regolamentano il bonus 110% sarebbero poco chiari e poco definiti nella loro portata, e questo sta imponendo l'emanazione di una gran quantità di «Faq», circolari interpretative, guide e provvedimenti da parte delle Agenzie delle entrate volte a fornire chiarimenti e risposte alle imprese, agli operatori e ai tecnici che devono essere messi in condizione di avviare i cantieri. La risoluzione della Camera cita il rapporto del Cesef (Centro studi sull'economia e il management dell'efficienza energetica), nel quale si evidenziano alcuni limiti della detrazione, a cominciare dalla durata ridotta del provvedimento.

Nonostante la proroga prevista dalla manovra, l'estensione è ritenuta troppo limitata con il risultato che si privilegiano interventi più piccoli con iter burocratici meno complessi per non avere lavori incompleti allo scadere del provvedimento. A questo, si aggiungono gli eccessivi adempimenti burocratici per la realizzazione dell'intervento che impattano sull'operatività del superbonus, e la complessità della normativa, sottoposta a continue modifiche che gli operatori devono inseguire per essere o rimanere aggiornati.

 

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